Carlo Diano. Opere

Francesca Diano

Nel video Francesca Diano parla del volume da lei curato, pubblicato da Bompiani nel 2022, che raccoglie per la prima volta gli scritti teorici di Carlo Diano (Vibo Valentia 1902 - Padova 1974), con alcuni importanti inediti e con i contributi di Massimo Cacciari e Silvano Tagliagambe.

 
Una visione pressoché completa della sua ricerca multiforme come filologo, grecista e innovativo interprete del mondo classico, ma anche come scrittore, saggista, teorico di estetica, poeta e, soprattutto, filosofo originale. È possibile seguire in ordine cronologico lo sviluppo del suo pensiero, dai primi scritti a opere di fama internazionale, come Forma ed evento, Linee per una fenomenologia dell’arte, gli importantissimi Scritti epicurei, gli Studi e saggi di filosofia antica, oltre ai rivoluzionari saggi sulla catarsi tragica, su Edipo, sull’Alcesti, su Platone, che nell’interpretazione di Diano rivelano aspetti prima inesplorati. Fulcro del suo pensiero filosofico ed estetico sono le categorie fenomenologiche di forma e di evento che, proprio per i loro tratti distintivi, si danno come strumento d’analisi del mondo greco, ma anche di ogni cultura e civiltà. Fondante è il suo discorso sul metodo, ricorrente in più saggi, che consiste nell’affrontare i problemi col rigore del filologo e l’ampiezza di una conoscenza universale, che annulla ogni barriera tra le diverse discipline. Su queste basi Diano fonda un sistema filosofico ed estetico originale in cui filologia, studi storici, filosofici, scientifici, sociali, storico-artistici e storico-religiosi si integrano a creare un nuovo procedimento di indagine, che gli permette di restituire il senso originale di autori e testi. La vasta cultura, la prodigiosa padronanza della filologia, l’ampiezza di visione, la mente eclettica e anticipatrice, le grandi doti di traduttore sono le solide basi di un sistema filosofico più che mai attuale, che lo pone fra i grandi Maestri del pensiero moderno e contemporaneo.
 

Che cosa un’associazione del genere potesse significare in un mondo di continuo agitato dalle guerre e colpito spesso da carestie e pestilenze, si può di leggieri immaginare. Ma il vantaggio massimo che gli amici ne ritraevano era di natura morale. Già in ragione delle norme etiche a cui erano astretti, ma soprattutto per l’assistenza ininterrotta che essi ebbero da Epicuro. Ne abbiamo le tracce nei frammenti del suo vasto epistolario, il primo del genere nel nostro mondo d’Occidente. Ε lo vediamo già vecchio e sofferente occupato ogni giorno a scrivere le sue lettere, ora all’uno ora all’altro, ο collettivamente a quelle che possiamo chiamare le sezioni della sua associazione, come le lettere agli Amici di Lampsaco ο a quelli di Mitilene, per ammonire e guidare e consolare, annunziando dovunque il suo vangelo di pace e, sotto il nome meretricio del piacere, invitando all’amore.
Perché le dottrine sono una cosa e gli uomini sono un’altra, e se si vuole agire su di loro, bisogna prenderli ad uno ad uno. Ma, a parte l’agire, questa è già la legge dell’amicizia, che, come dice Plutarco, si misura col due. Giacché gli amici possono essere anche molti, ma il discorso è sempre tra me e te, se deve venire da un cuore e giungere a un cuore. Ε questo il primo a capirlo, ed è il tratto più grande del suo genio, fu Epicuro.
Ed anche qui l’appuntarsi sull’individuale, che, dalla prima proposizione all’ultima, è il principio ispiratore e segreto della sua filosofia e della sua vita, e quindi sull’uomo in ciò che sopra ogni altro essere lo fa tale, e che è nella capacità di sentire e ritrovare in sé stesso anche l’altro. Ε per la prima volta la filosofia si fa pratica in una socialità che nessuna organizzazione aveva mai potuto dare, perché è la socialità dell’uno e dei molti nella relazione sempre rinnovata dell’io e del tu. Come ogni cosa greca e nascendo dalla filosofia, questa socialità è dominata dall’intelligenza, ma ha il suo cemento nell’amore.
Carlo Diano, da La filosofia del piacere e la società degli amici (1962).

 

Diano era un esploratore del pensiero, non gli interessava tornare su problemi e temi che già erano stati ampiamente analizzati, ma gli interessava soprattutto addentrarsi lungo sentieri da nessuno percorsi prima di lui. Questa sua natura pionieristica gli ha permesso di condurre, da grande papirologo, quelli che sono stati i suoi rivoluzionari studi epicurei, ai quali era stato incoraggiato anche da Giovanni Gentile e che hanno individuato in Epicuro una specie di anticipatore del messaggio cristiano dell’amore per il prossimo. 
Francesca Diano 

 

Ma, come non si può fare la filologia di un poeta senza poetare, chi fa la filologia di un filosofo deve filosofare, e non in termini generici e astratti, ma entro precisi limiti storici e di contenuto e di forma, che è come dire di lingua. Senza di che la dimostrazione, non nascendo dalla cosa, è generica, i risultati, privi di quella necessità che la filologia, non meno delle altre scienze, ha di mira, rimangono casuali o precari. 
Carlo Diano, dal suo Curriculum Studiorum (1948)

Nulla in lui era provinciale e la sua coerenza lo ha reso un uomo scomodo. 
Francesca Diano 





Carlo Diano (Vibo Valentia 1902 – Padova 1974) fu allievo di Nicola Festa, Vittorio Rossi e Giovanni Gentile. Dopo aver insegnato Latino e Greco nei Licei, dal 1933 al 1940 fu comandato dal Ministero degli Esteri come lettore di lingua italiana nelle università di Lund, Copenhagen e Göteborg, cosa che gli permise di lavorare nonostante il rifiuto di iscriversi al Partito Fascista. A Roma frequentò assiduamente l’ambiente della scuola romana di Storia delle Religioni, che grande parte ebbe nel suo pensiero storico-religioso e studi  composizione al Conservatorio di Santa Cecilia. Dal 1946 insegnò Grammatica Greca e Latina, Papirologia, Storia della filosofia antica, Letteratura greca, Storia antica presso l’Università di Bari. Nel 1950 vinse il concorso a cattedra di Letteratura Greca presso l’Università di Padova, dove rimase fino al collocamento a riposo. Ivi tenne anche diversi insegnamenti tra cui un seguitissimo corso di Storia delle Religioni. Fu più volte Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e dal 1958 al 1974 direttore del Centro per la Tradizione Aristotelica nel Veneto da lui fondato. Le sue traduzioni dei Tragici, di Epicuro, di Platone, di Eraclito, di Menandro e di Meleagro lo annoverano fra i maggiori traduttori dei classici. Per i suoi studi epicurei, iniziati nei primi anni ’30, per l’edizione degli Ethica e di papiri ercolanesi è riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori e più autorevoli studiosi del filosofo di Samo. Insignito di numerose medaglie, riconoscimenti e onorificenze sia in Italia che all’estero, nel 1969 gli fu conferito il Premio dell’Accademia Nazionale dei Lincei; fu inoltre socio di numerose accademie italiane e straniere, sia in Europa che negli Stati Uniti. Si spense a Padova il 12 dicembre 1974.

Francesca Diano, storica dell’arte, scrittrice, saggista, traduttrice di narrativa e poesia, consulente editoriale, studiosa di folklore e tradizione orale irlandesi, ha tenuto corsi di arte e lingua italiana all’Istituto Italiano di Cultura di Londra, ha insegnato letteratura italiana e arte contemporanea italiana all’University College di Cork, ha tenuto seminari di arte italiana e traduzione letteraria all’Università per Stranieri di Perugia e all’Alma Mater di Bologna. Ha pubblicato un romanzo, una raccolta di racconti tradotti anche in inglese, raccolte poetiche e saggi. È la curatrice delle opere di Carlo Diano e responsabile del suo Archivio. Ha curato  edizioni delle sue opere per Bompiani, Mimesis, BUR e Molesini Editore. Ha ricevuto una menzione d’onore al Premio Monselice per la Traduzione, una menzione speciale al Premio Jole Santelli e ha vinto il Premio Teramo.