Intervista con Massimo Cacciari

Metafisica concreta. Sui rapporti fra filosofia e scienza

Nel video Massimo Cacciari, intervistato il 30 maggio 2024 a Napoli, nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, parla del suo libro Metafisica concreta, pubblicato nel 2023 da Adelphi e risponde a domande sui rapporti tra filosofia e scienza, sull’intelligenza artificiale, sulle filosofie transumaniste, sulla nuova ecologia antiumanistica, sul dogmatismo scientifico e sul concetto di libertà

La metafisica non ha niente a che vedere con i discorsi su un altro mondo, sull’aldilà, ma all’opposto riguarda la cosa, l’essente in quanto tale, ossia come indagare l’essente a prescindere dalle sue diverse definizioni che riguardano le particolari discipline scientifiche o filosofiche.  La metafisica significa interrogare ulteriormente rispetto alla dimensione che è propria del determinabile e dell’osservabile, sia per quanto riguarda la cosa in quanto tale, sia per quanto riguarda l’essente che siamo noi. 

La sfida è comprendere l’intrinseca relazione con la scienza che è propria dell’atteggiamento filosofico e l’intrinseca natura filosofica della scienza contemporanea.  

Possiamo dire, un po’ provocatoriamente, che i grandi filosofi contemporanei, i grandi rivoluzionari nel campo della visione del mondo e del pensiero, sono stati i fisici, che, a partire da Einstein, hanno anche saputo riconoscere i limiti della ricerca scientifica: la scienza è tale se riconosce i propri limiti, altrimenti diventa una teoria del tutto che non può esistere.
La scienza contemporanea è intrinsecamente filosofica perché è la prima a riconoscere che l’osservabile è intriso di inosservabile e di imprevedibile e dunque questa scienza è totalmente aperta ad un’idea di natura che, a differenza di quello che ritiene Heidegger, ha profondamente a che fare con l’intuizione originaria della  physis classica greca. 

La filosofia ha il compito di dialogare con la ragione scientifica sull’intrinseca filosoficità che è della stessa dimensione scientifica, porre la questione del rapporto con il suo campo specifico che è il campo specifico dell’indagine della relazione tra soggetto e oggetto e poi il campo del propriamente inosservabile, non nel senso che non c’è, ma nel senso che non è descrivibile con i criteri della scienza sperimentale e della matematica. 

È una polemica contro il mito dell’esattezza, che era l’esattezza tipica di una scienza di tipo positivistico, non della scienza contemporanea. Nel mondo contemporaneo può nascere un’alleanza tra queste forme del lavoro dello spirito, che è indispensabile per evitare che il lavoro dello spirito, il lavoro intellettuale sia fagocitato all’interno del sistema tecnico economico. Un’attività umana libera è possibile se gli attori fondamentali dello sviluppo tecnico economico prendono in mano il loro destino, l’alternativa è il sistema tecnico economico che mette al lavoro l’intelligenza secondo i suoi calcoli i suoi fini e i suoi interessi. 

La coscienza fa parte di quell’inosservabile che non è riducibile al funzionamento dei neuroni, la mia coscienza non ha quiete, mentre un sistema che ho creato io viene staccato, quando lo stacco non sogna, il suo riposo non sarà come il mio riposo, perché io sogno, la macchina no. 

La domanda giusta è se le macchine possono arrivare a dominarci, è questo il vero pericolo un sistema di macchine che realizza un sistema di vigilanza perfetta: la fantascienza del XX secolo è fatta da distopie del genere e chi aveva detto tutto questo è stato Leopardi, molto prima di Huxley. 

C’è un ecologismo di carattere naturalistico pagano, la madre terra e noi che dobbiamo obbedirle come degli intrusi e questa obbedienza può essere ottenuta solo attraverso una regolazione massiccia con un controllo effettuato dalle macchine.

La scienza contemporanea nasce dal dubbio cartesiano, il metodo scientifico nasce da un atto di sospensione del giudizio, la scienza occidentale è andata avanti da dubbio a dubbio e le sue certezze sono tutte certezze relative che si fondano sul dubbio e sul metodo del dubbio. C’è un momento scettico necessario e inevitabile in ogni processo scientifico.

Lo scienziato che dice ipse dixit non è uno scienziato ed è un pessimo filosofo, anche se ciò che dice, riferendolo a ciò che è stato detto, è di altissimo livello scientifico, perché non conta la qualità in questo caso ma il metodo. Siamo ad un discorso filosoficamente scontato, il dogmatismo dell’intelletto è qualcosa che la filosofia ha fatto a pezzi prima di Kant.

Esiste una volontà del sistema tecnico economico di mettere a tacere la domanda, l’interrogazione, il dubbio, tutto ciò che disturba il sistema. L'apparato tecnico politico, del quale certamente alcuni scienziati fanno parte, non c’entra niente con la scienza, ma con una volontà di controllo semore più pervasiva. 



Massimo Cacciari è professore emerito di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e membro dell’Accademia dei Lincei. Ha svolto attività politica ed è presente nel dibattito pubblico, dopo essere stato co-fondatore e co-direttore di alcune delle riviste che hanno segnato la vita politica, culturale e filosofica italiana tra gli anni ’60 e ’90. Ha rivolto la sua attenzione alla crisi dell’idealismo tedesco e dei sistemi dialettici, valorizzando la critica della metafisica occidentale propria di Nietzsche e di Heidegger e seguendo la genealogia del pensiero nichilistico nei classici della mistica tardo-antica, medievale e moderna. Si è occupato di filosofia teoretica, politica e di estetica, indagando anche le questioni relative al diritto. Ha ricevuto diversi riconoscimenti e ha tenuto lezioni, corsi e conferenze presso numerose università e istituzioni europee. Tra le sue opere recenti: Dell’Inizio (Torino 1990, 2001 4a ed.); Ama il prossimo tuo (con Enzo Bianchi, Bologna 2011); Il potere che frena (Milano 2013); Labirinto filosofico (Milano 2014); Filologia e filosofia (Bologna 2015); Re Lear. Padri, figli, eredi (Caserta 2015); Occidente senza utopie (con Paolo Prodi, Bologna 2016); Generare Dio (Bologna 2017); La mente inquieta. Saggio sull’Umanesimo (Torino 2019); Elogio del diritto (con Natalino Irti e un saggio di Werner Jaeger, Milano 2019); Il lavoro dello spirito (Milano 2020); La città. Nuova edizione (Rimini 2021); Paradiso e naufragio (Torino 2022). È componente del Comitato Scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.