Michele Maggi. Il vuoto alle spalle
Croce, Togliatti e la memoria nazionale
Dopo la cesura del fascismo, con la conseguente catastrofe della guerra, la vita culturale appare segnata da un rapporto asimmetrico tra la filosofia di Croce, espressione del momento egemonico del pensiero, e il partito di Palmiro Togliatti, che affida all’ideologia di massa il bisogno di Stato ricorrente nella storia italiana. Ne discende la tensione civile e psicologica di orientamenti intellettuali reciprocamente intrasferibili eppure tra loro intrecciati. Ripensarne la vicenda comporta un lavoro di analisi e di autocoscienza, oltre il vuoto delle rimozioni, delle sopravvivenze e delle riconfigurazioni: non per lasciarsi alle spalle il passato e andarsene zitti «tra gli uomini che non si voltano», ma per avviare quella riconquista della propria storia indispensabile a una classe dirigente all’altezza del presente.
Croce e Togliatti cooperano nella costruzione del primo governo nazionale, che fu un tentativo, nell’aprile del 1944, di ricostruire un simulacro di struttura statale, di una statualità intorno a un governo di unità nazionale, lavorano a un’opera comune da posizioni di potere e di prestigio diverse e forse anche con intenti diversi.
È un incontro quello tra Croce e Togliatti, fortemente intrecciato con uno scontro tra due concezioni del mondo, uno scontro di ideologie che ha in palio la conquista degli intellettuali, quindi il problema dell’egemonia e della ricostruzione di una classe dirigente in una fase di crisi profonda con la guerra in cui il fascismo ha trascinato l’Italia. Croce è violentissimo nel polemizzare, prima ancora che con l’ideologia comunista, con cui ha già fatto i conti negli anni Trenta, sottolineandone il carattere totalitario, con gli intellettuali italiani, che egli vede accorrere in massa, convertirsi al Partito comunista.
Michele Maggi, nato nel 1943, ha insegnato a lungo all’Università di Firenze dove ha concluso l’attività nel 2013 quale professore ordinario di Storia della filosofia politica. Tra i principali studiosi della filosofia del Novecento, ha raccolto suoi saggi nel volume Archetipi del Novecento. Filosofia della prassi e filosofia della realtà, Napoli, 2011. Ha rivolto particolare attenzione alla filosofia e all’opera culturale e civile di Benedetto Croce: La logica di Croce, Napoli, 1984; La filosofia di Benedetto Croce, Firenze, 1989, II ediz. Napoli, 1998; L’Italia che non muore. La politica di Croce nella crisi nazionale, Napoli, 2001. Membro del Comitato scientifico per l’Edizione nazionale delle Opere di Croce, ha scritto il capitolo Benedetto Croce compreso nel volume Il contributo italiano alla storia del pensiero, VIII Appendice della Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2012. Nelle Edizioni di Storia e Letteratura sono usciti i seguenti volumi: La formazione della classe dirigente. Studi sulla filosofia italiana del novecento, 2003; La filosofia della rivoluzione. Gramsci, la cultura e la guerra europea, 2008.