Erich Maria Remarque

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Intervistato da Gianni Granzotto nel 1963, Erich Maria Remarque riflette sull'enorme successo ottenuto dal suo romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale, pubblicato per la prima volta nel 1929.  Raccontando la vita nelle trincee della prima guerra mondiale del soldato Paul Baumer e dei suoi commilitoni, Remarque parla dell'estromissione dell'eroismo, del coraggio e del valore dalla guerra moderna; affronta il tema della solitudine dell'uomo di fronte alla morte; descrive la nevrosi che dominerà il dopoguerra.

Capitava di trovarsi insieme in una buca. poi all'improvviso uno usciva dalla buca, così, per caso. Poi una granata faceva scomparire tutto e lui restava vivo. Per questo si diventava fatalisti. un lampo, una vampata, un paese distrutto. Quello che ho scritto è un libro sul dopoguerra. La domanda era: cosa accade a questi uomini ai quali per vent'anni si dice: non si deve uccidere. Poi si dice loro: dovete uccidere. E infine di nuovo: non si deve uccidere. Così, ho cercato di fare capire cosa sia quella nevrosi prodotta dalla guerra.

Erich Maria Remarque (Osnabrück, 1898 – Locarno, 1970), è stato uno degli scrittori tedeschi più importanti di sempre. Partecipò alla prima guerra mondiale a soli 18 anni, e da questa esperienza trasse la sua opera più celebre, Niente di nuovo sul fronte occidentale, pubblicata nel 1929, nella quale racconta l'orrore della guerra. Questa e diverse altre sue opere furono bruciate e proibite dai nazisti nel 1933. Altra celebre opera di Remarque, pubblicata nel 1954, è Tempo di vivere, tempo di morire, da cui è stato tratto un film nel 1958, in cui lo scrittore stesso recita una piccola parte.