Giorgio Van Straten: letteratura parte integrante dell'esistenza
Riflessioni sull'elemento autobiografico nei romanzi
Lo scrittore e traduttore Giorgio Van Straten spiega cos'è per lui la letteratura e perché la considera non mera disciplina umanistica ma parte integrante dell'esistenza.
Nel primo libro che uno scrive ci mette dentro tutta la sua vita fino a quel punto, tutto quello che ti ha colpito che ti ha formato che ti ha coinvolto tendi consapevolmente o inconsapevolmente a mettercelo dentro. [...] Io vedo la letteratura così, come parte integrante dell'esistenza delle persone, non mi piace troppo la letteratura tutta figlia di altri libri.
Van Straten ricorda poi i primi libri che lo hanno appassionato e formato tra cui Il giornalino di Gianburrasca, L'ultimo dei mohicani e Il giardino segreto, che si è trovato poi da adulto a tradurre e dunque riscoprire.
Giorgio Van Straten (Firenze, 1955) è scrittore e traduttore. Tra i romanzi ricordiamo Il mio nome a memoria, che racconta la storia della sua famiglia dai primi dell'Ottocento ad oggi e nel 2000 vince il Premio Viareggio, il Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante, il Premio Adei-Wizo e il Zerilli-Marimò Prize for Italian Fiction (New York). Ha tradotto dall'inglese diversi classici della letteratura tra cui Il richiamo della foresta di Jack London, Il libro della Giungla di Rudyard Kipling, e Il Padiglione sulle dune di Robert Louis Stevenson. È uno dei direttori di Nuovi Argomenti, la rivista letteraria di Mondadori.