Giosuè Carducci e la malinconia

Il commento di Guido Davico Bonino

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        Guido Davico Bonino sottolinea come nel caso di Giosuè Carducci abbia pesato lo stereotipo, da lui stesso creato, di “poeta vate” che s'incarna nella figura del laico repubblicano che tuona contro i potenti e parla di rivoluzioni impossibili. In questo approfondimento si lascia da parte il poeta "tribuno" e si attinge alle Odi barbare (1889) e da Rime e ritmi (1899), in cui Carducci, raccolto nell'intimità, ripensa con malinconia ai cari scomparsi, nel desiderio di un sereno trapasso. L'attore Umberto Ceriani legge dalle Odi barbare: Nella piazza di S. Petronio, Fantasia, Egle, Cerilo, Sogno d`estate, Ave, Nevicata, L'ostessa di Gaby. Da Rime e ritmi: Presso una Certosa.

        Nevicata

        Lenta fiocca la neve pe 'l cielo cinereo: gridi,
        suoni di vita più non salgono da la città,

        non d'erbaiola il grido o corrente rumore di carro,
        non d'amor la canzon ilare e di gioventù.

        Da la torre di piazza roche per l'aere le ore
        gemon, come sospir d'un mondo lungi dal dì.

        Picchiano uccelli raminghi a' vetri appannati: gli amici
        spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.

        In breve, o cari, in breve – tu càlmati, indomito cuore –
        giù al silenzio verrò, ne l'ombra riposerò.


        Giosuè Carducci (Valdicastello di Pietrasanta, 1835 – Bologna, 1907), autore di opere quali Odi barbare (1873-1889) e le Rime nuove (1861-1887), si dedica dapprima all’insegnamento, per seguire, più tardi, il forte il richiamo per la politica, che va di pari passo con la sua ricerca poetica. Mazziniano da un lato e classicista dall’altro, si oppone al tardo romanticismo della sua epoca. Ma la fede repubblicana va via via affievolendosi, fino a che  diventa, nel 1878, con l’Ode alla regina d’Italia, poeta ufficiale di Casa Savoia. Nel 1906, un anno prima della sua morte, gli viene assegnato il Premio Nobel per la letteratura (primo scrittore italiano a riceverlo) con la seguente motivazione: "Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile e alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica".  

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