Giuseppe Ferrandino, L'eccessivo Balzac

Honoré de Balzac visto da vicino

Video Player is loading.
Duration -:-
Tipo di Streaming LIVE
 
1x
    • Capitolo
    • descriptions off, selected
    Caricato: 0%
    00:00:00
    Caricato: 0.00%
    Orario attuale 0:00
    Tempo rimanente -:-
      • Senza sottotitoli, selected
      Next Episode
      CONTINUA A GUARDARE
      VAI AL VIDEO SUCCESSIVO
      Prossimi Video

      Highlights

        Audio
        Sottotitoli
        Velocità
        Qualità
        Vuoi interrompere la riproduzione?
        Se il programma che stai guardando non è più in onda, la funzione Restart non sarà più disponibile.
        Pause
        Pubblicità (0 di 0): 0

         

        Giuseppe Ferrandino e Honoré de Balzac: il primo presta la voce al secondo, raccontandone in prima persona vita e opere in Onorato (Bompiani). Descrivendo a volo d’uccello l’infanzia (la madre non lo amava, era convinto di essere brutto, il padre pensava solo a mantenersi in vita), Onorato parla del proprio approdo a Parigi a vent’anni, del desiderio di scrivere, degli inizi burrascosi. Amante di donne molto più grandi di lui, Onorato ha un pessimo senso per gli affari: fa fallire una tipografia, due giornali e, quando la sua fama decolla, s’impegna a scrivere una quantità indecente di libri. I debiti lo perseguitano e la madre, rimasta vedova, ci mette il suo carico. Il romanzo su un padre deriso è il suo Don Chisciotte, il suo Inferno; dalla sua sterminata produzione salva una dozzina di romanzi. Incontra Manzoni, Hugo, invidia Sue per la sua ricchezza. È consapevole del suo talento e della sua solitudine, si sente uno sbruffone, scrive come un ossesso, trascura la salute, sogna di sfondare attraverso il teatro. Un ritratto d’autore che funziona anche come uno specchio deformante.

        Io, Onorato de B***, giunto al mio cinquantunesimo anno di età, poiché per la pèrima volta in vita mia mi sento un po' stanco, affronto questo memoriale il cui fine è per ora ignoto anche a me stesso, e che dalle altre mie opere si differenzierà non solo per l'alta severa rupe da cui l'impassibile e smaliziata guida della mia non più giovenile età mi consente di guatare l'altrui e la mia personale vicenda, ma per una sincerità che il tumultuoso vulcano della mia anima di altri tempi aveva in parte obbligatoriamente celato sotto la lava ribollente, accecante, spaventosa anche a me stesso e dinanzi a cui le labbra delle genti soltanto potevano socchiudersi senza emettere suono alcuno, della mia passione.  

        Giuseppe Ferrandino nasce a Ischia il 24 gennaio 1958. Negli anni settanta s'iscrive alla facoltà di medicina dell'Università Federico II di Napoli, ma abbandona gli studi poco prima della laurea per intraprendere la professione di sceneggiatore di fumetti. Nel 1993 con lo pseudonimo Nicola Calata pubblica il suo primo libro, Pericle il nero, presso la casa editrice Granata Press, ma il romanzo passa praticamente inosservato agli occhi del pubblico e della critica. Nel 1995 i diritti del libro vengono acquistati dall'editore francese Gallimard, che lo pubblica nella collana Série noir, diventando il caso editoriale dell'anno. Adelphi lo pubblica nuovamente in Italia nel 1998 ed è accolto con grande favore dalla critica e dai lettori. Il regista Stefano Mordini ne ha curato la trasposizione cinematografica. Ha scritto anche Il rispetto ovvero Pino Pentecoste contro i guappi, (1999); Lidia e i Turchi (1999); Saverio del Nord Ovest (2001); Cento modi per salvarsi la vita con un pacchetto di sigarette senza fumarlo (2001) Spada (2007); Rosmunda l'inglese (2008).

        Condividi