Giuseppe Ungaretti, il grande innovatore

Antonio Debenedetti e Mirella Serri

Giuseppe Ungaretti parla della Prima Guerra Mondiale, il tragico evento che lo costringe a rinnovare il suo linguaggio poetico. In studio Mirella Serri e Antonio Debenedetti parlano di Ungaretti come di un grande innovatore e raccontano il suo soggiorno parigino dove il poeta ha conosciuto Apollinaire e Modigliani. Il poeta legge I fiumi, la poesia che rievoca i grandi fiumi della sua esistenza: l'Isonzo, il Nilo e la Senna. Infine in studio i conduttori parlano della sua attività di docente universitario di letteratura. L'incipit dei Fiumi:

Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato

 

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888. Nel 1912 si trasferisce a Parigi. Interventista, si arruola volontario e combatte sul Carso dove scopre ben presto il dramma della guerra. Nel 1918 combatte sul fronte francese. Nel 1916 pubblica, grazie all’amico Ettore Serra, Il porto sepolto in 80 esemplari. Nel 1919 pubblica Allegria di naufragi. Nel 1923 ripubblica le poesie di Allegria di naufragi con il primo titolo, Il porto sepolto, con la prefazione di Benito Mussolini. Nel 1936 si trasferisce a San Paolo del Brasile a insegnare letteratura italiana e nel 1942 torna in Italia, nominato Accademico d'Italia e professore per “chiara fama” di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università “la Sapienza” di Roma. Torna a scrivere poesie sull’insensatezza della guerra nella raccolta Il Dolore del 1947. Nel 1969 l'intera opera poetica è raccolta col titolo Vita d'un uomo come primo volume della collana i Meridiani. Muore nel 1970.