Il Canzoniere di Francesco Petrarca

La vita errabonda di Petrarca secondo Guido Davico Bonino

Guido Davico Bonino ripercorre le tappe più significative della seconda parte della vita di Francesco Petrarca: la visita a Roma (1337), la nascita dei figli Giovanni e Francesca, l'incoronazione in Campidoglio per il poemetto latino Africa (1341), il ritorno a Valchiusa, il soggiorno ad Arquà, dove muore nel 1374. Sullo sfondo di questi avvenimenti, Petrarca continua la stesura del Canzoniere; la sua poesia si fa sempre più pensosa, insistendo nella rievocazione di Dio come estremo rifugio e di Laura, ormai morta. Giancarlo Dettori recita alcuni dei trecentodiciassette sonetti raccolti nel Canzoniere.

S'amor non è, che dunque è quel ch'io sento?
Ma s'egli è amor, perdio, che cosa et quale?
Se bona, onde l'effecto aspro mortale?
Se ria, onde sí dolce ogni tormento?

S'a mia voglia ardo, onde 'l pianto e lamento?
S'a mal mio grado, il lamentar che vale?
O viva morte, o dilectoso male,
come puoi tanto in me, s'io no 'l consento?

Et s'io 'l consento, a gran torto mi doglio.
Fra sí contrari vènti in frale barca
mi trovo in alto mar senza governo,

sí lieve di saver, d'error sí carca
ch'i' medesmo non so quel ch'io mi voglio,
et tremo a mezza state, ardendo il verno. 

Francesco Petrarca nasce il 20 luglio 1304 ad Arezzo da Ser Petracco, notaio esule da Firenze della fazione dei Bianchi. Segue la sua famiglia in Provenza, a Carpentras vicino ad Avignone poi viene mandato a studiare legge prima a Montpellier poi a Bologna. Finiti gli studi, si dedica alla sua passione per la letteratura. Lavora alla corte del cardinale Giovanni Colonna, di Giovanni Visconti e diviene ambasciatore del Papa a Napoli. Viaggia molto tra Francia, Germania, Fiandra e Roma; in Campidoglio viene incoronato poeta il giorno 8 aprile del 1341. Nel 1327 incontra per la prima volta Laura, probabilmente Laura De Noves. La sua opera più famosa è il Canzoniere, che raccoglie 366 sonetti e poesie. Scrive inoltre diversi poemi, sia storici che letterari, in latino e in volgare fino alla sua morte avvenuta ad Arquà sui Colli Euganei, il 9 luglio 1374 all'età di settant'anni.