La notte del '43 di Giorgio Bassani

Roberto Cotroneo sul romanzo di Bassani

La lapide che ricorda l'eccidio fascista degli undici cittadini ferraresi reca la data "alba del 15 novembre 1943". Quando Giorgio Bassani, autore del Romanzo di Ferrara, decide di scrivere un racconto che ricordi questo terribile evento, lo posticipa intenzionalmente al 15 dicembre 1943, in modo che la neve “sparsa come una specie di polvere brillante su ogni cosa" possa fare da contrasto con gli undici corpi esanimi. Il racconto Una notte del '43 si inserisce così a pieno titolo nella poetica di Bassani, capace di sondare l'animo umano, di rivelarne luci e ombre, il tutto all'interno della dura realtà storica del fascismo italiano, e in particolare di quello ferrarese. A raccontare Una notte del '43 è Roberto Cotroneo, che descrive il dramma del protagonista, il farmacista Pino Barillari, costretto da una malattia a restare in casa e ad essere spettatore dell'eccidio del 15 dicembre del '43 dalla finestra della sua stanza.
L'incipit di Una notte del '43:

Sul momento si può anche non accorgersene. Ma basta che uno sieda qualche minuto a un tavolino all'aperto del Caffè della Borsa, in Corso Roma, con davanti la rupe a picco, di un rosso quasi dolomitico, della Torre dell'Orologio, e poco più a destra la terrazza merlata dell'Aranciera, perché la cosa salti subito all'occhio. Giorno o notte che sia, difatti, estate o inverno; che piova o no: la gente se deve passare per di lì, è difficile che non preferisca infilarsi sotto il basso portichetto dove si annidano in penombra i locali contigui del Caffè della Borsa e dell'antica farmacia Barilari, anziché tenersi dalla parte opposta, al marciapiede che segue in linea retta la Fossa del Castello.

Roberto Cotroneo (Alessandria, 1961) è romanziere, critico, saggista e fotografo. Per oltre un decennio a capo delle pagine culturali dell’Espresso, oggi scrive per il Corriere della Sera. Ha pubblicato i romanzi: Presto con fuoco (1995), Otranto (1997), L’età perfetta (1999), Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome (2002), Questo amore (2006), Il vento dell’odio (2008), E nemmeno un rimpianto (2011), Betty (2013). Tra i saggi: Se una mattina d’estate un bambino (1994), Eco: due o tre cose che so di lui (2002), Chiedimi chi erano i Beatles (2003), Il sogno di scrivere (2014), Lo sguardo rovesciato (2015), L’invenzione di Caravaggio (2018) e il libro fotografico: Genius Loci (2017).
 

Giorgio Bassani nasce a Bologna il 4 marzo 1916, trascorre la giovinezza a Ferrara e si trasferisce poi a Roma. Nel 1940 pubblica il volume di racconti Una città di pianura, nel 1953 La passeggiata prima di cena e nel 1955 Gli ultimi anni di Clelia Trotti, poi confluiti in Cinque storie ferraresi (1956) con cui vince il Premio Strega. Tra i suoi romanzi ricordiamo: Gli occhiali d’oro (1958), Il giardino dei Finzi Contini (1962), che ha ispirato l’omonimo film di Vittoria De Sica; Dietro la porta (1964); L’airone (1968); L’odore del fieno (1972). Ha pubblicato raccolte poetiche di ispirazione ermetica e crepuscolare: Storie di poveri amanti (1945), Te lucis ante (1947) e Un’altra libertà (1951), poi riunite nel volume L’alba ai vetri (1963); Epitaffio (1974), In gran segreto (1978), In rima e senza (1982). Ha scritto inoltre i volumi di saggi Le parole preparate (1966) e Di là dal cuore (1984). Muore a Roma il 13 aprile 2000.