L'airone di Giorgio Bassani

Ermanno Paccagnini: un racconto minimalista ante litteram

L’airone è il romanzo del dolore definitivo, di un malessere esistenziale onnicomprensivo che pervade ogni aspetto della realtà: l’individuo, i suoi affetti, le cose, la natura. Soltanto dopo essere scesi nell’abisso più profondo sarà possibile risalire e progettare di nuovo. Ermanno Paccagnini ci ricorda che Giorgio Bassani stesso dichiarò di essersi sentito liberato dopo aver concluso quest’opera in cui il protagonista, Edgardo Limentani, sembra riassumere su di sé le caratteristiche dei precedenti personaggi bassaniani, portate a una dimensione esistenziale non rimediabile. Romanzo cupo e meraviglioso, L’airone dà voce a un malessere insinuante e profondo, che trova una catarsi nel finale, come se l’autore avesse riversato nella scrittura tutto il suo male di vivere per liberarsene, per oggettivarlo e poi allontanarlo da sé e aprire la strada a nuove creazioni artistiche. È con questo romanzo che si chiude l'opera di Bassani raccolta sotto il nome di Romanzo di Ferrara: dopo L'airone troviamo infatti una raccolta di brevi racconti, appunti e testi inediti, frammenti che lentamente conducono all'ultima parola dell'opera, la parola "io". Da L'airone:

Come erano tranquilli e beati gli altri, tutti gli altri! – tornava a ripetersi, riabbassata la testa sul piatto –. Come erano bravi a godersi la vita! La sua pasta si vede era diversa, inguaribilmente diversa, da quella della gente normale che una volta mangiato e bevuto non bada che a digerire. Accanirsi a mangiare e a bere a lui non sarebbe servito, no. Quando dopo l'antipasto avesse trangugiato anche il resto, il rombo lesso, il gorgonzola, l'arancia, il caffè, sarebbe ricascato in pieno a ruminare sulle sue solite cose, le vecchie e le nuove. Le sentiva in agguato, già pronte a saltargli addosso come prima, come sempre: e tutte quante insieme.

 
Ermanno Paccagnini è Professore di Letteratura Italiana Contemporanea e Direttore del Dipartimento di Italianistica e Comparatistica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
 

Giorgio Bassani nasce a Bologna il 4 marzo 1916, trascorre la giovinezza a Ferrara e si trasferisce poi a Roma. Nel 1940 pubblica il volume di racconti Una città di pianura, nel 1953 La passeggiata prima di cena e nel 1955 Gli ultimi anni di Clelia Trotti, poi confluiti in Cinque storie ferraresi (1956) con cui vince il Premio Strega. Tra i suoi romanzi ricordiamo: Gli occhiali d’oro (1958), Il giardino dei Finzi Contini (1962), che ha ispirato l’omonimo film di Vittoria De Sica; Dietro la porta (1964); L’airone (1968); L’odore del fieno (1972). Ha pubblicato raccolte poetiche di ispirazione ermetica e crepuscolare: Storie di poveri amanti (1945), Te lucis ante (1947) e Un’altra libertà (1951), poi riunite nel volume L’alba ai vetri (1963); Epitaffio (1974), In gran segreto (1978), In rima e senza (1982). Ha scritto inoltre i volumi di saggi Le parole preparate (1966) e Di là dal cuore (1984). Muore a Roma il 13 aprile 2000.