Magda Szabó: il collegio, il padre, la guerra

Vera Gheno e Nadia Terranova sul romanzo Abigail

Abigail di Magda Szabó è un romanzo del 1970, ora riproposto dalle edizioni Anfora nella traduzione di Vera Gheno. Comincia come il tipico romanzo di formazione: c’è una ragazzina disperata per l’improvvisa decisione del padre di mandarla in collegio, c’è il suo impatto con l’istituto che le appare come un tetro fortino pieno di regole che avviliscono la femminilità, c’è lo scontro con le compagne, c’è un tentativo di fuga che fallisce pur essendo molto ben pianificato. Quando il padre spiega finalmente a Gina che la guerra che si sta combattendo (siamo in Ungheria nel 1943) “è cominciata per un fine sbagliato, con mezzi sbagliati”, che lui è uno degli oppositori a Hitler e non può permettere che usino la figlia per ricattarlo e a questo scopo ha individuato nel Matula il posto più lontano da tutto, nella ragazza scatta un moto di orgoglio, capisce che non può più dar retta ai suoi desideri, impulsi, capricci, che deve comportarsi da adulta. Nato come romanzo per ragazzi, Abigail (considerato uno dei tre libri più amati dagli ungheresi) ha superato ben presto i confini del genere: è una storia ricca di colpi di scena, racconta la Storia e il suo impatto sulla gente comune come solo i grandi libri sanno fare, e ha una protagonista che il lettore non scorderà più. Intervista a due voci: Vera Gheno, la traduttrice, e Nadia Terranova, scrittrice, che ci dà la sua chiave di lettura di questo romanzo.

Abigail è per Magda Szabò una specie di confessione a posteriori di una situazione di cui sente di essersi accorta troppo tardi, che è l'avvento del nazismo in Ungheria - Vera Gheno


Magda Szabó nasce nel 1917 a Debrecen nell'Ungheria orientale. Termina gli studi di ungherese e latino nel 1940, all'Università di Debrecen e inizia ad insegnare prima nella città natale e poi nel liceo protestante per ragazze di Hódmezővásárhely. Dal 1945 lavora per il Ministero della Religione e dell'Educazione fino al suo licenziamento nel 1949, in seguito all'insediamento del regime comunista. Per il nuovo regime avrebbe dovuto occuparsi maggiormente della vita dei contadini e degli operai. Quello stesso anno le ritirano anche il premio Baumgarten che le è stato appena assegnato. Nel 1947 sposa lo scrittore Tibor Szobotka (1913-1982). È in quest'epoca che scrive le sue prime raccolte di poemi Angelo e Verso l'uomo. I suoi primi libri vengono pubblicati subito dopo la seconda guerra mondiale. Poi segue, per motivi politici, un lungo silenzio letterario, rotto solo verso la fine degli anni cinquanta quando inizia ad avere successo e a ricevere numerosi premi letterari. Nel 1959 grazie al sostegno di Hermann Hesse, viene pubblicato in Germania Affresco. Il suo romanzo La porta (1987) ottiene il Premio Betz Corporation (Stati Uniti) nel 1993 e il Prix Femina nel 2003. Nel 2007 riceve il premio per il miglior romanzo europeo per Via Katalin. Muore lo stesso anno a Kerepes, cittadina vicina a Budapest. Il primo volume della sua autobiografia Per Elisa è apparso in Ungheria nel 2002.