Maria Candida Ghidini, Dostoevskij

Il grande scrittore russo in quattro parole

Nel  saggio Dostoevskij, pubblicato da Salerno editore, Maria Candida Ghidini costruisce un percorso attraverso le opere del grande scrittore russo, da Povera gente ai Fratelli Karamazov, analizzandone lo sperimentalismo letterario, il rapporto con la Storia, le scelte lessicali, la visione ideologica.

Dostoevskjj riforgia il romanzo ottocentesco e finisce per scardinarlo, per intaccare dal di dentro il realismo e la struttura stessa del romanzo

La vita travagliata di Dostoevskij emerge qua e là nei suoi romanzi dove affiorano in particolare la condanna a morte evitata per un soffio, i lavori forzati, l’epilessia, le ristrettezze economiche, il demone del gioco, gli amori travagliati, il vagabondaggio per il mondo, ma quello che più conta è che la scrittura dostoevskijana si fa carico della prima vocazione della letteratura e dell’arte: “uscire dai propri confini ed essere piú di séstesse”.
 
Con Maria Candida Ghidini abbiamo scelto quattro parole chiave nell'opera di Dostoevskij: sottosuolo, confessione, infanzia e male.
 
Fëdor Michajlovič Dostoevskij nasce  a Mosca l’11 novembre 1821. Frequenta a Pietroburgo la scuola militare d'ingegneria. Terminati gli studî nel 1843, è promosso ufficiale, ma preferisce dedicarsi alla letteratura. Il racconto Povera gente (1846) gli da il primo successo. Per aver frequentato il circolo di Petraševskij, propugnante un socialismo utopistico, e avendo letto in pubblico la lettera di Belinskij a Gogol′, nel 1849 viene arrestato. Condannato a morte, viene graziato mentre è già sul patibolo. Passa quattro anni di lavori forzati in Siberia (esperienza che gli ispira Memorie di una casa morta, 1861-1862). Soldato a Semipalatinsk,  sposa nel 1857 la vedova Mar′ja Dmitrievna Isaeva. Torna alla letteratura e pubblica nel 1859 Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti e Il sogno dello zio. A Pietroburgo crea nuove opere, fra  cui Umiliati e offesi  (1862) e Memorie del sottosuolo (1864). Combatte con difficoltà finanziarie e pessime condizioni di salute (soffre di epilessia). Nel 1866 pubblicò il romanzo Delitto e castigo. L'anno dopo, perseguitato dai creditori, lascia, con la seconda moglie Anna Grigor′evna Snitkina, la Russia per l'estero (1867-71). Durante questo periodo, nonostante i dolori (la morte della figlia Sonja) e le incessanti peregrinazioni, scrive Il giocatore, L'idiota, L'eterno marito, I demonî. Tornato in patria, collabora alla rivista conservatrice "Il cittadino", e pubblica i romanzi  L'adolescente (1875) e I fratelli Karamazov (1878-1880). Agli ultimi anni della sua vita risale  la pubblicazione del Diario d'uno scrittore. Muore a Pietroburgo il 9 febbraio 1881.
 
Maria Candida Ghidini è nata nel 1960. Insegna Letteratura russa all’Università di Parma. Ha tradotto L’idiota di Dostoevskij, si interessa della ricezione di Shakespeare in Russia, Figure dell’immaginario europeo. Amleto (e Ofelia) in Russia, Parma 2014. Dirige la rivista La torre di Babele.