Nicola Bultrini racconta Giuseppe Ungaretti

Il senso di Allegria di naufragi

Settant'anni fa, nel 1942, usciva la prima edizione completa dell'Allegria di Giuseppe Ungaretti. Frutto di un lavoro di rielaborazione e riorganizzazione sistematica della produzione del poeta, contenente anche testi apparsi negli anni precedenti all'interno di altre opere, l'Allegria è la prima raccolta in cui Ungaretti cerca di restituire una partitura ben definita, sia sotto il profilo artistico che umano, a quello che è forse il suo lavoro più intimo, personale e struggente. Il nucleo centrale di questa raccolta è   l'esperienza personale e umana vissuta da Giuseppe Ungaretti come soldato nella Prima Guerra Mondiale. Di questi “avvenimenti straordinari”, che lasciarono traccia indelebile nell'animo di Ungaretti come nella Storia di un'intera nazione, ci parla il poeta Nicola Bultrini, analizzando l'impatto della Grande Guerra sulla produzione di Giuseppe Ungaretti e restituendoci il significato, sempre attuale e presente, dell'Allegria. Il senso di questo lavoro – il cui titolo riprende quello di una delle poesie più note contenute al suo interno, "Allegria di naufragi" – lo riassume lo stesso Ungaretti, molti anni dopo, fra le pagine di Vita di un uomo:

Questo vecchio libro è un diario. L’autore non ha altra ambizione e crede che anche i grandi poeti non ne avessero altre se non quella di lasciare una sua bella biografia. Le sue poesie rappresentano dunque i suoi tormenti formali, ma vorrebbe si riconoscesse una buona volta che la forma lo tormenta solo perché la esige aderente alle variazioni del suo animo, e, se qualche progresso ha fatto come artista, vorrebbe che indicasse anche qualche perfezione raggiunta come uomo. Egli si è maturato uomo in mezzo ad avvenimenti straordinari ai quali non è stato mai estraneo. Senza mai negare le necessità universali della poesia, ha sempre pensato che, per lasciarsi immaginare, l’universale deve attraverso un attivo sentimento storico, accordarsi con la voce singolare del poeta

 

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888. Nel 1912 si trasferisce a Parigi. Interventista, si arruola volontario e combatte sul Carso dove scopre ben presto il dramma della guerra. Nel 1918 combatte sul fronte francese. Nel 1916 pubblica, grazie all’amico Ettore Serra, Il porto sepolto in 80 esemplari. Nel 1919 pubblica Allegria di naufragi. Nel 1923 ripubblica le poesie di Allegria di naufragi con il primo titolo, Il porto sepolto, con la prefazione di Benito Mussolini. Nel 1936 si trasferisce a San Paolo del Brasile a insegnare letteratura italiana e nel 1942 torna in Italia, nominato Accademico d'Italia e professore per “chiara fama” di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università “la Sapienza” di Roma. Torna a scrivere poesie sull’insensatezza della guerra nella raccolta Il Dolore del 1947. Nel 1969 l'intera opera poetica è raccolta col titolo Vita d'un uomo come primo volume della collana i Meridiani. Muore nel 1970.


Nicola Bultrini nasce nel 1965 a Civitanova Marche e vive a Roma, dove esercita l’attività forense. Sue poesie sono state pubblicate su varie riviste ( tra cui "Poesia", "Nuovi Argomenti", "Galleria", "Poiesis", "L'Ozio", "Istmi", "Poiesis") . Ha inoltre dato alle stampe alcune brevi plaquette in edizioni private. La raccolta “Occidente della sera” è presente nell’ “8° Quaderno Italiano di poesia contemporanea” (Marcos y Marcos, 2004). Alcune traduzioni di poeti iraniani contemporanei sono state pubblicate su "Poesia" e "Testo a fronte". Alcuni racconti  sono stati pubblicati su "Il Racconto". E’ tra i vincitori del Premio Montale per la sezione "Inediti", edizione 2002.