Primo Levi letto in dieci lingue

Un'iniziativa del Centro Internazionale Studi Primo Levi

A cinquant'anni dalla pubblicazione de La tregua, il Centro Internazionale di Studi Primo Levi ha curato una lettura multilingue delle più belle pagine di Primo Levi, la cui opera è conosciuta in tutto il mondo. I ragazzi di origine straniera che studiano o lavorano a Torino leggono le parole dello scrittore in italiano, rumeno, francese, arabo, ebraico, cinese, romanès. Florinda Fiamma ne ha parlato con due ragazzi, Cecilia Stock, di origini italo-tedesche, e Rambo Halilovic, un ragazzo rom che ha introdotto in lingua romanès un brano di Primo Levi tratto dal racconto intitolato Lo zingaro. Due testimonianze di come un grande autore riesce a conquistare le giovani generazioni di qualsiasi cultura e nazionalità. Da Lo zingaro:

Il vicino attese con pazienza che io avessi finito, poi mi disse qualcosa in una lingua che non comprendevo. Gli chiesi in tedesco che cosa voleva, lui mi mostrò il suo modulo che era bianco e indicò il mio coperto di scrittura: mi chiedeva insomma di scrivere per lui. Doveva aver capito che io ero italiano ed a chiarire meglio la sua richiesta mi fece un discorso arruffato in un linguaggio sommario che in effetti era assai più spagnolo che italiano. Non solo non sapeva scrivere in tedesco, non sapeva scrivere affatto. Era uno zingaro, era nato in Spagna e aveva poi girato la Germania, l’Austria e i Balcani per cadere in Ungheria nelle reti dei nazisti. Si presentò compitamente: Grigo, si chiamava Grigo, aveva diciannove anni e mi pregava di scrivere alla sua fidanzata. Mi avrebbe compensato. Con che cosa? Con un dono, rispose lui senza precisare. Io gli chiesi del pane: mezza razione, mi sembrava un prezzo equo. Oggi mi vergogno un poco di questa mia richiesta ma devo ricordare al lettore (ed a me stesso) che il galateo di Auschwitz era diverso dal nostro e inoltre che Grigo, essendo arrivato da poco, era meno affamato di me.

Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio 1919 da una famiglia ebraica. Con l’introduzione delle leggi razziali ha difficoltà a proseguire gli studi, ma riesce comunque a laurearsi in chimica nel 1941. Nel 1943 entra in contatto con un gruppo di partigiani operanti in Val d'Aosta, e nel dicembre dello stesso anno viene arrestato dalla milizia fascista e deportato con altri ebrei prima a Fossoli, vicino Carpi, e poi nel campo di concentramento di Auschwitz. Il suo romanzo Se questo è un uomo, racconta le drammatiche esperienze nel lager nazista; Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento e sente il dovere del racconto e della testimonianza. Se questo è un uomo, scritto tra il 1945 e il 1947, è diventato un classico della letteratura mondiale, dopo essere stato rifiutato da molti editori ed essere stato infine pubblicato da De Silva in una tiratura limitata. Nel 1963 pubblica La tregua, che vince la prima edizione del Premio Campiello e diventa poi un film per la regia di Francesco Rosi. Nel 1975 va in pensione e si dedica a tempo pieno all'attività di scrittore: pubblica la raccolta di racconti Il sistema periodico, in cui episodi autobiografici e racconti di fantasia vengono associati ciascuno a un elemento chimico. La chiave a stella del 1978 vince l’anno successivo il Premio Strega. Nel 1982 in Se non ora, quando? racconta le avventure di un gruppo di partigiani ebrei che tendono imboscate ai tedeschi sul fronte orientale. Il libro vince nel 1982 il Premio Campiello e il Premio Viareggio. Con I sommersi e i salvati (1986) torna sul tema dell'Olocausto, analizzando in forma saggistica la sua esperienza. Viene trovato morto l’11 aprile 1987 alla base della tromba delle scale della sua casa di Torino.