L'epica della povertà in Pinocchio

Antonello Fassari, Alessandro Zaccuri, Ascanio Celestini

Intervista a Antonello Fassari sul capolavoro di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio.

Se c’è una cosa poco comica è Pinocchio che a me non ha mai fatto ridere, anzi. È una lettura piuttosto angosciosa, soprattutto se la fai da bambino. In realtà Collodi racconta una specie di epica della povertà e della fame assoluta nelle campagne toscane. Tutti questi personaggi sono un incubo, l’incubo di Geppetto. Per la fame Geppetto comincia a vedere tronchi che parlano.

Alessandro Zaccuri parla dell'essere spossessati del proprio corpo in Pinocchio; Ascanio Celestini sottolinea l'aspetto del mascheramento: "Pinocchio è soprattutto ironico" . Autori: Maria Agostinelli, Andrea Cortellessa, Alessandro Greco. Regia: Antonella Zechini.

La prima puntata delle Avventure di Pinocchio, Storia di un burattino di Carlo Collodi viene pubblicata sul Giornale per i bambini, fondato dallo stampatore Ferdinando Martini, il 7 luglio 1881. Esce in volume nel febbraio 1883. La sua storia ha fornito lo spunto a innumerevoli interpretazioni e ha stimolato la fantasia di scrittori come Giorgio Manganelli, di autori di teatro come Carmelo Bene e di cinema (tra le riduzioni più famose quella a cartoni animati di Walt Disney del 1940 e il molto più riuscito e fedele film per la televisione di Luigi Comencini del 1972). Ultimo arrivato in ordine di tempo il Pinocchio di Matteo Garrone (2019).

Carlo Collodi è lo pseudonimo di Carlo Lorenzini. Nasce il 24 novembre 1826 a Firenze, figlio di Domenico Lorenzini, cuoco dei conti Ginori, e di Angiolina Orzali, figlia maggiore del fattore dei Conti Garzoni. Trascorre vari anni a Collodi, presso la famiglia materna. Frequenta scuole religiose a Colle Val d’Elsa, e successivamente a Firenze presso gli Scolopi. A vent’anni scrive i cataloghi commentati di una prestigiosa libreria fiorentina, per poi iniziare a pubblicare (1847) su L’Italia Musicale. Fonda e dirige numerosi giornali, tra cui Il Lampione, chiuso dalla censura dopo i moti del 1848. Collodi s’impegna per l’Unità d’Italia come volontario nel 1848 e nel 1860. Intanto si dedica alla scrittura di drammi e racconti. Nel 1856 usa per la prima volta lo pseudonimo di Collodi, con cui firma tutti i suoi libri per bambini e per le scuole. Il suo primo libro per bambini viene pubblicato nel 1876: I racconti delle fate, traduzioni di fiabe letterarie francesi (da autori come Perrault, Madame Leprince de Beaumont, Madame D’Aulnoy). Segue una serie di libri per uso scolastico (1877-1890) con protagonisti Giannettino e Minuzzolo, nei quali le avventure dei personaggi servono a introdurre le nozioni da imparare. Muore improvvisamente a Firenze il 26 ottobre 1890. È sepolto nella tomba di famiglia al il cimitero monumentale fiorentino di San Miniato al Monte.