Vera Giaconi, Persone care

Dieci racconti intorno al mondo degli affetti

Persone care della scrittrice uruguaiana, Vera Giaconi (traduzione di Giulia Zavagna, Sur) raccoglie dieci racconti incentrati sulle relazioni di amore e amicizia. Un figlio che guarda con orrore l’invecchiamento della madre pensando che dovrà farsi carico di lei; due donne anziane che entrano nella casa della terza sorella nel giorno del suo funerale e continuano a provare invidia per la ricchezza che l’ha circondata; una cameriera che si era affezionata alla padrona dopo il suo tentativo di suicidio che si sente mettere sullo stesso piano di un cane: la tipologia dei personaggi è abbastanza varia ma a dominare è il tema dell’ambiguità dei sentimenti, della convivenza di spinte contraddittorie verso le persone con cui condividiamo il nostro tempo. Uno spazio particolare hanno in questo libro i bambini: il fratello e la sorella di Piranha che si picchiano mentre i genitori litigano in cucina, e il fratello e la sorella che in Al buio si nascondono nell’armadio mentre la vicina che fa loro da babysitter riceve l’inquietante marito. Il sottofondo dei racconti è un esterno minaccioso: mentre i personaggi sono colti in interni domestici, fuori ci sono pericoli innominati che costringono a fughe precipitose, a silenzi (la dittatura, il regime illiberale c’è ma non viene mai nominato). Il non detto  domina in questi rapidi squarci di vita che inquietano il lettore e si aprono a diverse interpretazioni (non a caso si chiude con la storia più perturbante e misteriosa di tutte, Rincontro).  Abbiamo incontrato l'autrice in occasione del suo tour in Italia. Traduzione consecutiva di Giulia Zavagna.

Sua madre ha sessantanove anni e, al di là di un’eventuale incontinenza e di qualche complicazione che potrebbe sorgere, potrebbe vivere altri vent’anni. Oggi è abbastanza comune che le persone arrivino ad avere novant’anni, e con le cure adeguate vanno avanti per anni e anni anche quando tutto il corpo si rifiuta di collaborare. Vent’anni per dodici mesi fa duecentoquaranta. Duecentoquaranta rette mensili in un ospizio più o meno decente sono una fortuna. Soldi che lui si impegnerebbe a mettere insieme per pagare per le cure di sua madre ma che non riuscirebbe mai a mettere da parte mese per mese per risparmiarli e, a un certo punto, farli diventare un investimento. Perché Adrián è convinto che i soldi abbiano uno spirito proprio e che non si lasciano accumulare da persone qualunque per cause qualunque.

Vera Giaconi è nata nel 1974 a Montevideo, Uruguay, ma ha sempre vissuto a Buenos Aires. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo libro di racconti, Carne viva (pubblicato in Argentina dalla casa editrice Eterna Cadencia). La sua seconda raccolta, Persone care, è uscita da SUR nella traduzione di Giulia Zavagna.

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