Frances Hardinge, L'albero delle bugie
Una ragazza e la sua sete di conoscenza
S'intitola L’albero delle bugie, il settimo romanzo di Frances Hardinge, uscito in italiano da Mondadori nella traduzione di Giuseppe Iacobacci e Claudia Lionetti. Faith Sunderly, quattordici anni, lineamenti legnosi e una lunga treccia, sbarca con i genitori, lo zio e il fratellino Howard sull’isola di Vane. Il padre è un religioso ma anche uno studioso di scienze naturali. La ragazza ha un vero e proprio culto per lui, mentre non sopporta la smorfiosissima madre. Le cose però sono molto più complicate di come appaiono e alla fine delle oltre 400 pagine del romanzo Faith si troverà a rivedere i suoi giudizi su tutto, anche sui membri della sua famiglia. Una storia ricca di colpi di scena ed effetti horror che abbraccia temi come la sete di conoscenza delle donne nell’Ottocento, l’impatto sulla società europea delle teorie darwiniane e la facilità con cui si diffondono le menzogne. Abbiamo incontrato Frances Hardinge a Bologna in occasione della Children's Book Fair.
Frances Hardinge è nata nel Kent nel 1973. Ha studiato inglese all’Università di Oxford. Il suo primo romanzo Volo nella notte, ha vinto il Brandford Boase Award e altri premi.C'era una vera e propria fame in lei, e alle ragazze non si confaceva essere fameliche. Le ragazze dovevano sbocconcellare con parsimonia a tavola, e le loro menti dovevano accontentarsi di una dieta morigerata. Poche lezione stantie da parte di un'istitutrice stanca, passeggiate monotone, passatempi vacui. Ma tutto questo a lei non bastava. Tutta la conoscenza - ogni genere di conoscenza - attirava Faith, e c'era un piacere delizioso, pernicioso, nel carpirla senza essere scoperta.