Virginia Baily, Una mattina d'ottobre

Il bambino salvato dai nazisti

Virginia Baily è una ragazza inglese a Roma in visita a una zia. La città la conquista con i suoi panorami, i suoi cibi, le sue voci, i suoi abitanti. Scopre il quartiere del Ghetto, lo esplora passo passo. Da studentessa incontra il libro di Giacomo Debenedetti, 16 ottobre 1943, e apprende che nelle strade che ha imparato a conoscere si è svolta l’infame caccia all’ebreo. Il romanzo di Baily, Una mattina di ottobre, nasce da una rilettura di 16 ottobre 1943: cosa sarebbe successo se il bambino che i suoi volevano salvare dai nazisti non si fosse messo a piangere? Se fosse stato allevato dalla passante a cui sua madre lo affida d’impulso, prima di salire sul camion che la porterà in un campo di concentramento? La storia di Daniele Levi, del suo faticoso crescere accanto a Chiara che lo ama molto ma non può sostituire la famiglia che gli è stata sottratta, s’intreccia con la storia di Maria, che è nata in Inghilterra e che un giorno scopre di avere un padre diverso da quello che ha sempre conosciuto. Con Virginia Baily abbiamo parlato dello spunto iniziale di Una Mattina d’ottobre, del tema dell’identità che è centrale nel libro, e del suo amore per Roma.

Virginia Baily è nata in Inghilterra, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura inglese, ma ha vissuto per diverso tempo a Roma. Attualmente vive a Exeter e dirige la rivista “Riptide”, che seleziona e pubblica racconti dei migliori scrittori esordienti inglesi. Una mattina di ottobre, tradotto da Giuseppe Maugeri, è pubblicato da Editrice Nord.