Angelo Piero Cappello, Il senso del Dantedì

La giornata dedicata al fondatore della lingua italiana

Il Centro per il libro e la lettura ha scelto di aderire attivamente il 25 marzo - data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia - alla prima edizione del Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri istituita dal Consiglio dei Ministri, su proposta del titolare del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, anche in preparazione del settecentesimo anniversario della morte, che ricorre nel 2021. "Per correr miglior acque" è l'evento social rivolto agli studenti, agli insegnanti e a tutti gli estimatori del Sommo Poeta, consistente in due contributi ideati e concessi per questa speciale occasione, che hanno come motivo d’ispirazione  il XXVI canto dell’Inferno, proposto da due prospettive diverse e ugualmente significative. Il primo video è di natura spiccatamente artistica: l’attore Fabrizio Gifuni offre agli utenti dei canali social del Centro per il libro e la lettura l’interpretazione dei versi 76-142, restituendo magistralmente l’atmosfera evocata dalle parole di Ulisse. Nel secondo invece, di taglio accademico, è la storica della letteratura e docente Lina Bolzoni a tracciare un breve excursus della fondamentale importanza della Divina Commedia partendo proprio da questo episodio, exemplum di eccellenza e universalità dell’opera.

Angelo Piero Cappello, direttore del Cepell, spiega il senso del Dantedì e ricorda il ruolo di Dante Alighieri come padre fondatore della lingua italiana.

L’Italia non fu fondata da un navigatore, da un esploratore, da un condottiero, da un guerriero, ma fu fondata da un poeta, dal poeta che ne fondò il cromosoma di base, la lingua, una lingua che tutto il mondo oggi riconoscere essere la lingua dell’arte, del genio inventivo. Dante generò di fatto un’aspettativa per l’Italia che i posteri nei secoli furono chiamati a mantenere.

Condividi