Borsa

Le parole dei nostri giorni - Giuseppe Patota

In questi giorni molto complicati, una parola che circola molto è borsa: borsa intesa non come sacca di pelle o di stoffa in cui ciascuno può tenere varie cose (soldi, documenti o altri oggetti) da portare con sé; borsa intesa come mercato, compravendita pubblica, regolata da leggi dello Stato, in cui si comprano e si vendono merci, azioni (cioè quote di capitale di una società, di un’industria), obbligazioni, cioè crediti che una società mette in vendita e infine titoli di Stato, cioè obbligazioni emesse non da una società o da un’azienda privata, ma da uno Stato. 

Da dove viene questa seconda borsa? Borsa (Van Der Burse) era il nome di una famiglia di mercanti di origini venete che risiedeva a Bruges o Brugge, una città del Belgio attuale, anticamente la più importante delle Fiandre occidentali.

Questa famiglia risiedeva in un palazzo che affacciava su una importante piazza di Bruges. In questa piazza si riunivano per fare i loro affari i mercanti, che presero a chiamare Borsa prima quella piazza, e poi le piazze dove avevano sede i mercati di altre città, come Anversa e Tolosa. Da allora la parola, che è entrata in circolazione nel Seicento, ha indicato questo particolare tipo di mercato.

Giuseppe Patota, professore ordinario di Linguistica italiana presso l'Università di Siena, è Accademico della Crusca e socio nazionale dell'Accademia dell'Arcadia. Componente della giuria delle Olimpiadi di italiano organizzate dal MIUR dal 2015, dal 2016 ne è il presidente. Nel 2017 è stato insignito dall’Accademia dei Lincei del premio del Ministro dei Beni Culturali per la Linguistica e la Filologia; nel 2019 ha vinto il Premio Cesare Pavese per la saggistica con il volume La grande bellezza dell’italiano. Il Rinascimento. È direttore delle collane “Grammatiche e lessici” e “Le varietà dell’italiano. Scienze arti professioni” pubblicate dall’Accademia della Crusca e membro del comitato scientifico delle riviste «Studi Linguistici Italiani» e «Bollettino di Italianistica». Dal 2004 al 2015 è stato direttore scientifico del Dizionario Italiano Garzanti; attualmente è condirettore di una nuova edizione del Vocabolario Treccani (Il nuovo Treccani, 2018). Ha al suo attivo circa centosessanta pubblicazioni dedicate alla storia e alla didattica della lingua italiana. Collabora con la RAI e con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana alla realizzazione di programmi e strumenti didattici finalizzati all’insegnamento dell’italiano a stranieri.