Matteo Corradini, Luci nella Shoah
Le cose che mi hanno tenuto in vita nel buio
Nella raccolta di racconti Luci nella Shoah (DeAgostini), Matteo Corradini parte da storie di sopravvissuti o di vittime della persecuzione nazista per illuminare l’oggetto, la passione, l’affetto che ha costituito un elemento di speranza in una situazione disperata. Da Arie, deportato a sei anni a Bergen-Belsen, che si costruisce una palla con il fango a Inge che a Terezín dorme stretta alla sua bambola Marlene, a Peter che disegna un paesaggio lunare senza immaginare che il primo astronauta israeliano in missione sullo Shuttle lo porterà con sé, ad Amalia, Anita, Henri con i loro violoncelli, Corradini inneggia alla capacità dell’uomo di astrarsi dal male che lo circonda, di affidarsi al potere salvifico degli oggetti. Ventisette storie vere che ci fanno riflettere sul potere della memoria, che come ci dice Corradini in questa intervista è "conoscere la storia di una persona estranea alla nostra vita e farla nostra, far sì che quello che è accaduto a un altro diventi nostro. Un gesto di forte coscienza civile."
Matteo Corradini (1975) è ebraista e scrittore. Pubblica con Bompiani e Rizzoli. Dottore in Lingue e Letterature Orientali con specializzazione in lingua ebraica, si occupa di didattica della Memoria e di progetti di espressione.È tra i curatori del festival scrittorincittà (Cuneo). Premio Andersen 2018 come Protagonista della cultura per l’infanzia, dal 2003 fa ricerca sul ghetto di Terezín, in Repubblica Ceca, recuperando storie, oggetti, strumenti musicali. Ha fondato il Pavel Žalud Quartet e il Pavel Žalud Trio in Italia ed è tra i fondatori dell’Institut terezínských skladatelů (Terezín Composers Institute) in Repubblica Ceca. Prepara reading musicali e regie teatrali.Tra i suoi ultimi libri: Se la notte ha cuore (Bompiani) e Solo una parola (Rizzoli), la cura del Diario di Anne Frank (BUR Rizzoli) e delle memorie di Inge Auerbacher (Io sono una stella, Bompiani), l’opera illustrata Fu Stella (Lapis).
Anche nella paura ci sono attimi di serenità. Anche nei campi di prigionia ci sono stati lampi di umanità. Anche vicino allo sterminio è passata la vita. È facile per noi pensare che una piccola luce riesca a sconfiggere un grande buio. È facile crederlo se sei un fiammifero in una stanza vuota, ma se sei una persona è dura pensare di avere qualche speranza, in certi momenti, di avere giorni buoni davanti, di ritornare prima o poi a essere felici.
Matteo Corradini (1975) è ebraista e scrittore. Pubblica con Bompiani e Rizzoli. Dottore in Lingue e Letterature Orientali con specializzazione in lingua ebraica, si occupa di didattica della Memoria e di progetti di espressione.È tra i curatori del festival scrittorincittà (Cuneo). Premio Andersen 2018 come Protagonista della cultura per l’infanzia, dal 2003 fa ricerca sul ghetto di Terezín, in Repubblica Ceca, recuperando storie, oggetti, strumenti musicali. Ha fondato il Pavel Žalud Quartet e il Pavel Žalud Trio in Italia ed è tra i fondatori dell’Institut terezínských skladatelů (Terezín Composers Institute) in Repubblica Ceca. Prepara reading musicali e regie teatrali.Tra i suoi ultimi libri: Se la notte ha cuore (Bompiani) e Solo una parola (Rizzoli), la cura del Diario di Anne Frank (BUR Rizzoli) e delle memorie di Inge Auerbacher (Io sono una stella, Bompiani), l’opera illustrata Fu Stella (Lapis).