Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont

Una diserzione in Liguria

Tre uomini in fuga dalla guerra: siamo alla fine del 1800 in Liguria. I protagonisti del romanzo di Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont, pubblicato da L’orma editore, sono, oltre al tenente del titolo, il capitano Lemoine, e il soldato basco Urruti. Mentre i tre, laceri e affamati, si aggirano sulla costa ligure con il miraggio di imbarcarsi da Porto Maurizio alla volta di Cipro, vengono spiati da un emissario del dottor Zoomer, che sta conducendo uno studio sulla diffusione dell’hashish, di cui sono consumatori. Lo sguardo del narratore si sdoppia così in una terza persona che segue l’avanzare sempre più difficoltoso dei fuggiaschi e in una prima che commenta attraverso lettere e taccuini i rapporti della spia che li segue. Il romanzo di Magliani, scritto in un lungo arco di tempo, racconta la diserzione più come dimensione esistenziale che come rifiuto della guerra, non soffermandosi tanto su ciò che l’ha causata ma su ciò che comporta a livello fisico e mentale. La scrittura aderisce alla realtà dei luoghi descritti, ne riproduce le asperità e la bellezza. Anche i personaggi sono indagati attraverso le loro azioni o quello che s’intuisce delle loro azioni, più che attraverso i loro pensieri.

Il disertore, senza saperlo, lavora fino alla fine a qualcosa di impossibile, non c’è in effetti un sogno, niente potrebbe avverarsi, se non che si sta già facendo il possibile per allungare il tempo, tutto lì, dirà la fonte. Il sogno è non saperlo, la negazione di un destino segnato, e quello di chi vive e muore in queste vallate non dev’essere così diverso: con tante terre soleggiate hanno finito per vivere al fondo dei precipizi, lungo i torrenti, nei posti più malsani, senza albe né tramonti, in case dove si passa di colpo dal giorno alla notte. E non deve giocarci solo la vicinanza all’acqua, i mulini, i ponti, il loro è piuttosto un forte desiderio di sacrificio, la più disciplinata delle missioni e delle diserzioni.


Marino Magliani è nato in una valle ligure e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la Liguria e la costa olandese, dove scrive e traduce. Tra i suoi libri: Quella notte a Dolcedo (Longanesi 2008), L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi (Exòrma 2017) e Prima che te lo dicano altri (Chiarelettere 2018). Al romanzo Il cannocchiale del tenente Dumont ha lavorato per vent’anni.