Paola Cereda, La figlia del ferro

La guerra sulle donne

La Seconda Guerra Mondiale vista dall’isola d’Elba: al centro di La figlia del ferro di Paola Cereda (Giulio Perrone editore) c’è il personaggio di Iole, una ragazza piena di vita, che resta sola a Porto Ferraio dopo l’uccisione del padre anarchico da parte dei fascisti e il secondo matrimonio della madre con il farista di Pianosa. Iole affronta la fame, i bombardamenti, la solitudine; non perde il suo sorriso e la sua voglia di felicità. Ama Mario da sempre e crede che la sposerà, ma quando si accorge che lui, seguendo i dettami della madre, non mantiene fede alle sue promesse, non si perde d’animo. Considerata una poco di buono in paese per la sua libertà di costumi, Iole mostrerà di che pasta è fatta quando Mario, nelle terribili ore seguenti allo sbarco degli alleati all’Elba, la pregherà di aiutarlo a salvare le giovani sorelle dai soldati che stanno per violentarle. Eroismo e disprezzo delle convenzioni si mescolano in un personaggio che s'imprime nella memoria del lettore.  

In questi anni ho lavato via lo sporco dai panni degli altri ma, te lo giuro mamma, non mi sono più fatta comprare: nemmeno col robivecchi mi sono fatta comprare. Non gli ho dato la soddisfazione del piacere. Il resto l'ho fatto con chi mi andava, l'ho fatto perché ne avevo voglia e basta. E se c'ho ricavato due monete, un tappeto masso, un'ora di compagnia o un ciondolo di giada è stato perché non c'è nulla di sbagliato a darsi per avere in cambio del tempo da conservare. 


Paola Cereda, psicologa, è nata in Brianza. Oggi vive a Torino e si occupa di progetti artistici e culturali nel sociale. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Della vita di Alfredo. Ha pubblicato Se chiedi al vento di restare (Piemme 2014, finalista al Premio Rieti) e Confessioni audaci di un ballerino di liscio (Baldini & Castoldi, 2017, finalista al Premio Rapallo Carige e al Premio Asti d’Appello). Nel 2019 è arrivata sesta al Premio Strega con Quella metà di noi (Perrone).