Roy Chen, Anime

Rinascite ed errori

Si definisce “un uomo pieno di parole”, uno che anche quando sta zitto parla senza voce, l’io narrante di Anime, il romanzo di Roy Chen pubblicato da Giuntina nella traduzione di Shulim Vogelmann e Bianca Ambrosio. Ha quasi quarant’anni, è sovrappeso, passa la giornata in casa a fumare o nella vasca da bagno, vive a Giaffa con la madre Marina che fa la custode nel Museo di Tel Aviv ed è convinto di essere la reincarnazione di varie persone. È stato Ghetz, un bambino di nove anni a Chrorbitza nel XVII secolo e con la sorella Ghittel ha assistito a una festa di Purim finita con un omicidio; è stato Ghedalia, figlio di un usuraio nella Venezia del Settecento e si è innamorato di Gheyle, che stampa i libri (e secondo lui è la reincarnazione di Ghittel); è stato Gimol, una giovane marocchina che nella Fes del 1856 sogna di sottrarre l’amato Gavriel alla sua famiglia; è stato una pulce a Dachau… A differenza dell’ultimo episodio che è brevissimo, gli altri racconti sono ricchi di particolari, capaci di immergere il lettore in mondi lontani; poi si torna bruscamente al presente fatto di battibecchi tra il narratore e la madre, che si preoccupa per lui e per le sue fantasie che lo allontanano dalla realtà. In Anime Roy Chen mette in scena storie distanti nel tempo e nello spazio che attengono alla propria formazione e discendenza familiare, usa stili diversi per raccontarle, fa rivolgerre il narratore e sua madre direttamente a pubblico che legge... il tutto con una travolgente ironia.

Ero un ragazzo così ingenuo. Non mi stupirei se fossero rimaste solo poche anime di quelle che erano con me all’inizio del libro. Vi supplico, voi che siete rimaste, non abbandonatemi. Le vostre mani che tengono il libro tengono me in vita. E se il vostro corpo chiede un po’ di riposo prima del prossimo capitolo, concedeteglielo. È ammesso riposarsi tra una reincarnazione e l’altra. Ma non vi dimenticate di tornare.

Roy Chen è uno scrittore, traduttore e drammaturgo israeliano. La famiglia paterna arrivò in Palestina nel 1492 a seguito dell’espulsione dalla Spagna, la famiglia materna dal Marocco nel XX secolo. Nato a Tel Aviv nel 1980, è cresciuto con un nonno gioielliere e una nonna hostess poliglotta, un altro nonno pescatore e una nonna analfabeta. In gioventù ha lasciato la scuola imparando da solo il russo. Negli anni, è diventato un traduttore di letteratura classica dal russo all’ebraico. Ha tradotto Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Cechov, Bunin, Charms e molti altri. All’età di diciannove anni ha iniziato a lavorare in teatro. Dal 2007 è diventato il drammaturgo stabile del Teatro Gesher, uno dei teatri più importanti di Israele. Anime è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.