Antonello Capurso, La piuma del ghetto

Leone Èfrati, Dalla gloria ai campi di sterminio

In La piuma del ghetto, Leone Èfrati, Dalla gloria ai campi di sterminio, pubblicato da Gallucci, Antonello Capurso ricostruisce la storia vera del giovane pugile ebreo che potrebbe  fare una brillante carriera in America, ma decide di tornare a Roma per stare accanto alla moglie e ai figli nel periodo delle persecuzioni razziali e finisce tra gli ultimi deportati ad Auschwitz e infine a Ebensee, dove viene ucciso. Capurso parte dalla vita nel ghetto di Roma agli inizi del Novecento, quando Leone nasce in una famiglia numerosa. Da bambino vende lacci e spaghi, poi scopre di aver un gran talento per il pugilato e nel 1934 è già un campione. A ventun anni sposa l’amata Ester e poco dopo parte per Chicago. Mentre in Italia infuriano le leggi razziali, in America acquista fama, ma non ce la fa a stare lontano dai suoi e torna, patendo la fama con la famiglia e dovendosi spostare ogni notte per non venire catturato. Viene consegnato per soldi ai nazisti con il figlio Romolo di sette anni e portato prima in via Tasso e poi a Regina Coeli. Riesce a buttare giù dal camion Romolo prima di venire deportato ad Auschwitz con il fratello Marco e il padre. Nei campi di concentramento affronta vari incontri di pugilato e l’ultimo gli è fatale: vince contro un enorme polacco e i kapò massacrano suo fratello per vendetta; lui li affronta e viene ucciso. Una grande storia che meritava di essere raccontata. Antonello Capurso lo fa restituendo con vivezza non solo il quadro storico, ma anche quello di costume, portando il lettore all'interno del Ghetto, facendogli sentire come si parlava e come si viveva lì alla fine degli anni quaranta.
 

Lellé! Lellé!, gridava. Lelletto aveva alzato la testa. Ester... aveva sussurrato. La ragazza cercava di fargli capire a gesti che non doveva preoccuparsi, che aveva preso il bambino e l'aveva mandato sano e salvo a casa, e gli inviava tanti baci, forse un milione, forse di più, in ogni caso quanti era possibile inviare in quei pochi secondi. Lellé! gli aveva gridato un'ultima volta.


Antonello Capurso (Roma, 1955) è giornalista, scrittore e autore teatrale. Alla vicenda di Leone Èfrati, ricostruita in anni di ricerche documentarie e interviste, ha dedicato anche uno spettacolo teatrale, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah