Tea Ranno, Un tram per la vita

La storia di Emanuele Di Porto

In Un tram per la vita (Piemme), Tea Ranno racconta in prima persona la storia di Emanuele di Porto che a dodici anni viene catturato dai nazisti insieme a sua madre. Siamo nel Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943. Emanuele all'epoca vende stracci e sta con i suoi e altre tre famiglie in un appartamento romano. Quel giorno la madre, Virginia Piazza, corre alla Stazione Termini ad avvertire il marito che i nazisti stanno rastrellando gli ebrei; lui la vede dalla finestra mentre i nazisti la caricano su un camion e corre in strada facendosi prendere insieme a lei. Buttato giù dal camion da Virginia, Emanuele sale su un tram, si affida al controllore e si trova a passare tre giorni sul mezzo, dormendo in deposito e mangiando quello che gli viene dato. Incontrato un amico, riesce a raggiungere il padre e i fratelli dalla zia a Borgo proprio prima che un fascista mandi i nazisti a prenderlo. Ranno ha incontrato più volte Di Porto, si è documentata sulla deportazione del 1943 e ha restituito ai lettori non solo la storia di una vita sottratta alla furia nazista dall’amore materno, ma anche un quadro molto vivido dell'epoca e delle sue orribili violenze.

Quando penso al passato, mi dico che in mezzo a tanti treni piombati che portavano gli ebrei alla morte, c’è stato un tram che ha portato un ragazzino di dodici anni alla vita. Mia madre me la tengo nel cuore come un amore grande, nel ricordo è rimasta giovane, trentasette anni, è più piccola della figlia di mio figlio, che di anni ne ha quarantatré.


Tea Ranno, nata in provincia di Siracusa, ha scritto vari romanzi tra cui L’amurusanza, Terramarina e Gioia mia. Ha vinto il Premio Chianti nel 2008 e il Premio letterario Città di Erice nel 2021. Per Il Battello a Vapore ha pubblicato Bellissima nella collana “Luna”.