Giulia Scomazzon, La paura ferisce come un coltello arrugginito

Dar voce al vuoto

Ha diciannove anni Giulia quando scopre che sua madre è morta per complicazioni legate all’Aids: sono passati undici anni da quando è orfana. In La paura ferisce come un coltello arrugginito (Nottetempo), Giulia Scomazzon racconta il proprio bisogno di colmare le lacune del ricordo: non conserva che scarse immagini di sua madre Roberta, nonostante questa sia vissuta con lei per i suoi primi otto anni di vita. Affidata alla nonna dal padre che non ce la fa a starle accanto, nel tempo Giulia accumula dentro di sé una grande sofferenza. Con il blog e poi con il libro, Scomazzon dà voce agli orfani dell'Aids, una malattia che ha fatto tantissime vittime negli anni novanta e che veniva considerata un marchio d'infamia e insieme offre un tributo alla figura di sua madre, vittima incolpevole di una tragedia epocale.

Ho passato la vita a schivare gli sguardi della gente, a essere così riservata da apparire sfocata e indefinibile alla vista degli estranei. Sono stata quanto c’è di più simile al fantasma di mia madre con i miei occhi sottili e buoni, la mia postura dimessa, i miei sorrisi timidi. Ora sento di voler essere vista e distinta da lei, con queste pagine, con la mia piccola ricerca ostinata che mi porta a conoscere o rincontrare i testimoni della sua vita troppo breve. Io voglio essere vista, io non voglio essere confusa, me lo devo ripetere.


Giulia Scomazzon è nata a Vicenza nel 1987. Ha un dottorato in Letterature e Media e nel 2021 ha pubblicato il saggio sul “true crime” Crimine, colpa e testimonianza (Mimesis).