Roberta Scorranese, A questo serve il corpo

I corpi delle donne nell'arte

Nel suo Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne (questo il sottotitolo del libro A questo serve il corpo, pubblicato da Bompiani), Roberta Scorranese sceglie una serie di dipinti per approfondire il modo in cui diversi artisti hanno scelto di rappresentare la femminilità. Si va dalla Maddalena di Caravaggio colta in un momento di totale abbandono, alla Madonna di Piero della Francesca, quintessenza della maternità, dalla Susanna di Tintoretto compiaciuta della sua nudità alla Dora Maar piangente di Picasso fino ai corpi dei coniugi di Chagall che si congiungono in volo. Quello che Scorranese cerca nell’arte è lo scarto dalla maniera, dalla tradizione: il momento in cui il nuovo emerge e ci fa scoprire qualcosa di eterno su di noi e sul nostro corpo. Alla riflessione sull’arte, la scrittrice alterna racconti che prendono il nome dalle loro protagoniste; attraverso le storie di Corinna, Anna, Barbara, Adelina e le altre viene approfondito il tema del rapporto delle donne con la fisicità: a volte positivo, a volte tragicamente complicato da patologie come l’anoressia, la bulimia, il ricordo di violenze subite.

In un corpo felice non c'è spazio per lo scandalo. Le donne di Renoir sono nude ma sembrano vestite, perché qualcosa di invisibile interviene a disinnescare la lussuria. Le carni delle bagnanti ricordano quelle di un neonato più che quelle di una ragazza in fiore. Il corpo felice è innocente, è la crisalide di un corpo, l'idea bambina di qualcosa che deve ancora avvenire.

Roberta Scorranese lavora come gironalista al Corriere della Sera, dove si occupa di temi culturali. È direttrice scientifica del Master Arte e Beni Culturali presso Rcs Academy Business School. Per Bompiani ha scritto il memoir Portami dove sei nata (2019).