Emanuele Trevi, Mia nonna e il Conte
L'amore senza intimità
Al centro di Mia nonna e il Conte di Emanuele Trevi (Solferino) c’è la figura della nonna dell’autore, Peppinella, che, vedova, trascorre la sua vecchiaia in un paese calabrese e viene ammantata di un’aura divina dal nipote, che ha l'abitudine di trascorrere il mese di settembre a casa sua, immergendosi in letture nello splendido giardino. Con le sue ancelle, Delia e Carmelina, Peppinella trascorre giornate operose nel suo piccolo regno, finché l’arrivo in paese di un Conte, studioso dei Borboni, non modifica la sua routine. All’apparenza tra la nonna e il conte non ci sono punti di contatto, ma i due scoprono di godere della reciproca compagnia e finiscono per vedersi ogni giorno, trascorrendo molto tempo insieme. Attraverso la storia di questa relazione libera e tardiva, Trevi intesse una riflessione sulla brevità del tempo a nostra disposizione e sull’amore – ogni forma di amore – come unico modo per fermare, sia pur per poco, lo scorrimento inesorabile delle ore.
Emanuele Trevi, critico letterario e scrittore, collabora con le pagine culturali del Corriere della Sera. È autore di romanzi tradotti all’estero e vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Strega 2021 con Due vite (Neri Pozza 2020). Il suo ultimo romanzo è La casa del mago (Ponte alle Grazie 2023), finalista al Premio Campiello 2024.In fondo in cosa consistono le nostre storie se non in qualche misera traccia sbiadita nella polvere del tempo, abbandonata alle intemperie, semisepolta dai calcinacci?