Commando Culotte

Un fumetto scardina gli stereotipi sessisti di film e serie tv

Commando Culotte è un esilarante fumetto dell’autrice e disegnatrice francese Mirion Malle – pubblicato in Italia da L’orma editore e tradotto da Elena Vozzi e Lorenzo Flabbi – che analizza e scardina uno per uno tutti gli stereotipi di genere presenti in celebri serie tv e film statunitensi, anche in alcuni insospettabili.

Approfondito e meticoloso come un saggio di sociologia e divertente come un fumetto, Commando Culotte è quindi un importante e utilissimo mezzo di approfondimento delle dinamiche discriminatorie dei media e della profonda influenza che esercitano sulle nostre vite quotidiane, estremamente efficace in quello che nel linguaggio femminista è chiamato “effetto Matrix”: dopo averlo letto niente sarà più come prima, perché è talmente illuminante sulla massiccia dose di stereotipi presente in film e serie tv, che ci apre gli occhi e ci rende impossibile da quel momento in poi guardare persino la nostra serie preferita senza accorgerci che qualcosa non va dal punto di vista della rappresentazione di genere. E non manca naturalmente un po' di sana satira del tipico vittimismo del genere più rappresentato, che si manifesta puntualmente nel caso in cui si osi metterne in discussione il privilegio, come evidenziato dalla lucida introduzione al volume della blogger e femminista militante francese Mar Lard:

Criticare il sessismo di un film o di una serie provoca sempre le stesse levate di scudi, e sistematicamente viene evocato lo spauracchio di una fantomatica “censura”: la richiesta di rappresentazioni più positive, viene detto, nuocerebbe alla libertà degli artisti, sarebbe di ostacolo alla loro creatività. Niente di più falso: al contrario si tratta di una sacrosanta espressione di malcontento davanti a quelli che non sono altro che vieti stereotipi, scelte di sceneggiatura molto pigre, personaggi intercambiabili. [...] La critica femminista non è quella di un pubblico animato da smanie di censura: è quella di un pubblico esigente. – Dalla prefazione di Mar Lard


Altro pregio di Commando Culotte è la grande quantità di esempi concreti, dati, riferimenti bibliografici, informazioni preziose che contiene: solo nelle prime pagine scopriamo due importantissimi strumenti contro le discriminazioni di genere, vediamo quali sono.

Il Geena Davis Institute on Gender in Media è un’organizzazione no-profit che si occupa di disparità di genere nei mass media (cinema, tv, stampa ecc), promuove campagne di sensibilizzazione e effettua ricerca su questi temi fornendo cifre illuminanti, come per esempio il fatto che negli Stati Uniti tra gli sceneggiatori il rapporto donne-uomini è stato a lungo e fino a pochissimo tempo fa di 1 a 5, non stupisce dunque scoprire che per fare solo un esempio dal 1957 al 2005 nei film della Disney ci sono state 13 protagoniste donne su 91 e tra loro solo una non cercava l’amore. 

Una chiave del problema è da ricercarsi sul versante degli autori: chi impugna la penna che scrive le sceneggiature? Di chi è lo sguardo dietro la macchina da presa? Secondo il report annuale della UCLA del 2020, a Hollywood gli uomini occupano l’84,9% dei posti alla regia e l’82,6% di quelli del comparto sceneggiatura; inoltre, sono a capo degli studios nell’82% dei casi. – Dalla prefazione di Mar Lard


Altro strumento, semplice quanto efficace, che scopriamo leggendo Commando Culotte è il Test Bechedel (o Bechedel-Wallace), che nasce da un fumetto di Alison Bechedel e funziona così: si prende un’opera qualsiasi (libro, film ecc) e si prova a rispondere a tre semplici domande domande:
1) sono presenti due donne che hanno un nome?
2) questi due personaggi parlano mai tra di loro?
3) il loro discorso riguarda altro rispetto a un uomo?
Ebbene, rispondere tre sì di fila è molto più difficile di quanto non si possa immaginare: nel 2011 in Francia su 25 film campioni di incassi solo 4 hanno superato il Bechedel Test.

Dopo questa prima parte dedicata agli stereotipi sessisti in generale, il libro prosegue facendo un’accurata disanima di una delle più famose serie tv di questi anni: Games of Thrones, peraltro senza nulla togliere ai suoi molti pregi. E ancora: alcuni capitoli sono esilaranti e dettagliate prese in giro degli stereotipi di genere in alcuni celebri film come School of Rock con Jack Black o la serie dei film American Pie, ma anche film per adolescenti o commedie romantiche come il celeberrimo Love actually o inaspettatamente la pluripremiata serie Six Feet Under; un altro capitolo approfondisce cause, genesi e conseguenze del luogo comune secondo cui le donne farebbero meno ridere degli uomini, mentre un altro capitolo ancora si occupa di spiegare molto bene cos’è e come funziona la “cultura dello stupro”, finanche alla fin troppo nota e tipica colpevolizzazione della vittima e vittimizzazione dei carnefici.

La cosa straordinaria è la capacità di Mirion Malle di raccontarci tutto questo con ritmo e leggerezza, grazie a uno stile non solo narrativo ma anche grafico scanzonato e dissacrante, riuscendo al tempo stesso a farci sorridere e a rivelarci quella grossa e pesante fetta di realtà che i media da sempre tendono ad offuscare, raccontandocela e dimostrandocela con esempi concreti e dati alla mano. Tutto questo e davvero molto altro in un fumetto decisamente imperdibile per imparare divertendosi a decodificare le innumerevoli trappole mediatiche che ci impongono come normalità un immaginario invece pieno zeppo di luoghi comuni.

Per gentile concessione de L’orma editore pubblichiamo in anteprima alcune tavole tratte da Commando Culotte.


Mirion Malle (1992) è una fumettista e illustratrice francese. Si è specializzata in sociologia e studi femministi a Montréal, dove vive e lavora. Con il blog Commando Culotte ha reso disponibile a un vasto pubblico le sue implacabili analisi a fumetti dei pregiudizi e delle discriminazioni di genere nella cultura pop. È stata finalista al Prix Jeunesse del festival del fumetto di Anouleme 2020.

Mar Lard (1991) è una gamer, blogger e femminista militante, che lavora nello sviluppo di videogiochi. Ha acquisito notorietà denunciando il sessismo e il machismo nel mondo dei geek e dei videogiochi in Francia.