Madonna
Fenomenologia di una popstar
È stata la regina dei locali underground della New York di inizio anni Ottanta, l’incarnazione assoluta del glamorama della decade di plastica. È stata la ragazza perduta che flirta con la pornografia, imprenditrice di se stessa efficientissima e scandalosa. È stata la Madre Terra, quando a metà anni Novanta l’esoterismo ha attraversato la cultura dance. È stata l’irreprensibile Madre Britannica alla corte di un promettente regista indie, un ultimo guizzo di rispettabilità lungo la via dei cinquant’anni.Tre cose, è meglio saperlo, saranno sempre con noi: i poveri, le tasse e Madonna.
Julie Burchill nell’articolo dell’Observer sui cinquant’anni di Madonna
Material girl. Icona gender. Signora del dancefloor. Madonna inaffondabile sguiscia tra i decenni con ferrea disciplina e intelligenza mimetica. Annusa i suoni e gli umori del tempo, ci si immerge dentro e si plasma. Ogni volta ci restituisce se stessa come puro distillato pop dello zeitgeist di un’epoca. Di tutte le epoche. La musica e il perfetto controllo dell’immagine come maschere dietro cui nascondere il suo viaggio personale, la sua spasmodica ricerca di felicità contro il mondo.
Non una sbavatura, non un particolare fuori posto, la messa in scena è magnetica, totalitaria, irresistibile. Dominati ma anche invogliati ad apprezzare l’esperienza, siamo tutti invitati al peep show che ogni stagione allestisce per noi. Da smaliziata padrona del gioco, ci costringe all’attenzione e fa di noi i creatori, un po’inconsapevoli un po’ complici, della sua icona.
Un corpus centrale di 14 album in studio, un numero imprecisato di videoclip e di singoli da classifica, una quindicina di film (tutti abbastanza sfortunati, a parte il felice esordio di Cercasi Susan disperatamente, in cui recitava se stessa), alcuni ruoli teatrali, un libro di fantasie sessuali (Sex, ormai introvabile oggetto di culto), una compagnia discografica perfettamente bilanciata tra avanguardia e mainstream.Io sono l’opera d’arte, io sono l’arte. Je suis l’art.
Madonna al campione di parkour e coreografo del Confessions Tour Sébastien Foucan
La ragazzina paffuta che sgomitava per farsi notare sulle piste da ballo newyorkesi dei primi anni Ottanta; la material girl che ha convinto milioni di adolescenti a mettere la biancheria sopra invece che sotto i vestiti; la scandalosa dominatrix di Erotica, la diva new age di Ray of Light; la “dancefloor lady” che riprende il proprio passato “cafone” e lo rigetta in pasto ai trendsetter di mezzo mondo in una nemesi raffinatissima e giocosa di citazioni anni Settanta, Madonna è l’imprinting che ha dato al mondo intorno a sé.
L’esempio, l’archetipo, l’idea che assorbe la nostra immagine e ce la restituisce nel luccicante e frastagliato riflesso di una mirroball.