I grandi direttori: Igor Markevitch (III)

L'Orchestra Sinfonica di Roma della Rai

Dall'Auditorium del Foro Italico di Roma, l'Orchestra Sinfonica di Roma della Rai diretta da Igor Markevitch esegue l'Adagio maestoso - allegro con brio della Sinfonia n. 3 in re maggiore di Franz Schubert. Nella clip proposta, un estratto del concerto del 13 maggio 1974. Le telecamere inquadrano in primo piano il celeberrimo flautista Severino Gazzelloni, membro di quella compagine dal 1944 e per oltre un trentennio.

Nato a Kiev nel 1912, Igor Markevitch fu una figura estremamente complessa, quanto carismatica. Si trasferì nell’Europa occidentale, con la famiglia, fin dal 1916: prima a Parigi, poi, allo scoppio del primo conflitto mondiale, nella neutrale Svizzera. Di nuovo a Parigi, all’età di quattordici anni approfondì gli studi musicali con Alfred Cortot e Nadia Boulanger, mentre a diciassette ricevette una committenza (la prima) da parte di Sergej Djaghilev, impresario, creatore e direttore dei Ballets Russes: il Concerto pour piano, eseguito al Covent Garden di Londra il 15 luglio 1929.

Sotto la guida di Nadia Boulanger, Markevitch si applicò, soprattutto, all’analisi delle sonate di Beethoven e delle cantate di Bach.

A contatto con Nadia Boulanger, il mio gusto si è evoluto in poche lezioni e tutta la musica mi è apparsa con una nuova importanza. Cosa devo all'intelligenza delle sue belle mani! Contenevano così tanta conoscenza che sembravano fatte di materia grigia
Igor Markevitch

Markevitch alternò la composizione alla direzione d'orchestra e all’insegnamento. Coltivò una profonda amicizia con Jean Cocteau, sposò in prime nozze Kyra Nijinskij, figlia del leggendario ballerino, e in seconde la nobildonna romana Topazia Caetani. Intrattenne rapporti con molti dei più stimolanti intellettuali del Novecento, come si evince dalla sua fittissima corrispondenza con musicisti, scrittori, filosofi, pittori: Georges Auric, Samuel Barber, Benjamin Britten, Alfredo Casella, Aaron Copland, Luigi Dallapiccola, Giorgio Federico Ghedini, Gianfrancesco Malipiero, Francis Poulenc, Igor Stravinsky, Misia Sert, Leonard Bernstein, Karl Bohm, Herbert von Karajan, Hermann Scherchen, Mstislav Rostropovič, Daniel Baremboim, Simone de Beauvoir, Nikolas Nabokov, Benedetto Croce, Salvador Dalì, Oscar Kokoschka, Pablo Picasso.

Markevitch fu molto legato al nostro Paese: aveva acquisito la cittadinanza italiana e, durante la Seconda Guerra Mondiale, combatté tra le fila della Resistenza. Lavorò al Maggio Musicale Fiorentino e all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, oltreché con le Orchestre Sinfoniche di Roma e di Torino della Rai. All’estero, diresse il Royal Opera House, il Covent Garden di Londra, l'Orchestra Sinfonica di Stoccolma, l'Orchestre Symphonique de Montréal, l'Orchestre Philharmonique de Monte Carlo e i Wiener Philharmoniker.
Il critico musicale Claude Rostand fu sempre un grande estimatore delle sue capacità comunicative; verbali e gestuali:

La silhouette di Igor Markevitch si alza improvvisamente nella sala con una presenza sorprendente, una presenza molto acuta, durante l'apertura. Si impone, con i gesti essenziali che conosciamo bene [...]. Una cosa rara e ammirevole: nessuno di questi gesti ha altro scopo se non quello di essere funzionale. [...] Il gesto è quello del ‘lavoro da fare’. La poesia nasce dal mestiere, come la bellezza nasce dall'utile
Claude Rostand

Markevitch fu anche docente. Insegnò presso i conservatori di Salisburgo, Città del Messico, Mosca e al Mozarteum di Salisburgo, durante il celebre festival estivo.

L’Orchestra Sinfonica di Roma della Rai
La fondazione ufficiale dell’Orchestra EIAR (poi Rai) di Roma risale al 1936, ma fu preceduta da una lunga fase di gestazione, durante la quale, a partire dal 1924, Riccardo Santarelli riunì in un ensemble venti strumentisti, che, quattro anni dopo, divennero sessanta, fino a raggiungere, nel 1934, un numero adeguato ad una compagine sinfonica. L’orchestra nacque, quindi, nel 1936, sotto la bacchetta di Fernando Previtali (1907 – 1985), formatosi come violoncellista e, solo successivamente, come direttore d’orchestra.

Previtali rimase a lungo alla guida del complesso romano, prima di passare a quella dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, del Teatro Colón di Buenos Aires, del Regio di Parma e del San Carlo di Napoli.

Neanche Previtali, neanche i suoi professori, sono probabilmente in grado di misurare i meriti rispettivi; essi sanno tutti di collaborare a un’opera comune, su cui sarebbe ridicolo fare della contabilità individuale. Per questo nessuno si duole della rigidezza disciplinare e artistica di questo direttore così poco demagogico; al contrario, tutti la sentono spontaneamente come la condizione salutare della bontà di un lavoro a cui tutti partecipano con uguali diritti e uguali doveri. Giacché solo di lavorare seriamente, e di far conoscere a tutti questo lavoro, è l’ambizione ostinata dei professori d’Orchestra della Radio Romana; di seguitare a portare il risultato delle loro fatiche davanti a tutti i pubblici d’Italia.
Fedele D’Amico, critico musicale

Anche Carlo Maria Giulini diede un’impronta indelebile all’organico, soprattutto favorendo l’incontro con il repertorio contemporaneo di Giorgio Federico Ghedini, Alberto Savinio, Paul Hindemith, Gian Francesco Malipiero, Darius Milhaud e Goffredo Petrassi. Altri direttori parteciparono al successo dell’Orchestra. Da non dimenticare: Victor de Sabata, Leonard Bernstein, Gianandrea Gavazzeni, Vittorio Gui, Gino Marinuzzi, Claudio Abbado, Luciano Berio, Zubin Mehta, Igor Markevitch, Bernardino Molinari, Carl Schuricht, Carlo Zecchi e Tullio Serafin.