Abbracciatevi, moltitudini!

La "Festa della Toscana" contro la pena di morte

Il 30 novembre 1786, il Granducato di Toscana adotta un nuovo codice penale nel quale, per la prima volta al mondo, si decreta l'abolizione della pena di morte.

La “Festa della Toscana” ricorda ogni anno quell'evento straordinario per affermare l'impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, come elemento costitutivo dell'identità della Toscana.

Sebbene rinviato al 2021 per le problematiche relative alla pandemia, il progetto dell’Associazione Musicale Lucchese fa parte del calendario della "Festa della Toscana" 2020, che prevede eventi diffusi, programmati su più mesi. Ideato dal critico musicale Sandro Cappelletto e dal pianista Simone Soldati, porta il titolo Abbracciatevi, moltitudini!

Si tratta di un suggestivo percorso tra musica e parole che unisce alcuni personaggi, tra cui il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, Ludwig van Beethoven e Franz Schubert, che, storicamente, non si sono mai incontrati, ma che condividevano la convinzione che a tutti gli uomini spettassero giustizia e libertà.

Il concerto si apre con la musica di Franz Schubert e il toccante (e raramente eseguito) melologo Abschied von der Erde (Addio alla terra) che s’intreccia con la parole del Codice leopoldino:

Avendo considerato che una diversa legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo toscano, siamo venuti nella determinazione di abolire per sempre la pena di morte contro qualunque reo, sia presente, sia contumace, ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia delitto dichiarato capitale dalle leggi fin qui promulgate, le quali tutte vogliamo in questa parte cessate ed abolite
Dal Codice leopoldino

Si prosegue con la musica di Beethoven che nel 1786, quando il Granducato di Toscana abolisce la pena di morte, aveva solo sedici anni. Mentre il giovane musicista cresce, attorno a lui, in Europa, si stanno schiudendo orizzonti nuovi basati sulla convinzione che tutti gli uomini nascano con gli stessi inalienabili diritti. Da questi principi germoglia molta della sua musica.

Sandro Cappelletto e Simone Soldati hanno scelto, in particolare, tre opere: la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica, che trasuda dello spirito della rivoluzione francese e degli ideali repubblicani di eguaglianza, libertà, fraternità; la Sonata per pianoforte n. 30 in mi maggiore op. 109 e la Sinfonia n. 9 in re minore, op.125 Corale, che esalta la fraternità umana e la vittoria dell'uomo su ciò che fisicamente e moralmente l'opprime. Alternate alla musica, le parole di Cesare Beccaria, Jean-Jacques Rousseau, Friedrich von Schiller, Nelson Mandela, Anna Achmatova.

Sandro Cappelletto, veneziano, scrittore e storico della musica, è laureato in Filosofia e ha studiato armonia e composizione con Robert Mann. È autore di programmi radiofonici e televisivi per la Rai e di libretti per il teatro musicale. Su invito di Giuseppe Sinopoli ha diretto il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell’Opera di Roma. Dal 2001 è membro della commissione artistica della Scuola di Musica di Fiesole e dal 2005 responsabile del “Festival Giuseppe Sinopoli” di Taormina. È stato direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana. Nel 2004, ha vinto il “Premio d’Arcangelo” per la critica musicale indetto dal festival di Martina Franca. Giornalista professionista, scrive per il quotidiano “La Stampa”.

Simone Soldati, presente nelle Stagioni di prestigiose Istituzioni, ha suonato con Enrico Bronzi, Mario Brunello, Monika Leskovar, Andrea Lucchesini, Stefan Milenkovich, Marcello Nardis, Quartetto della Scala, Quartetto Guadagnini, Massimo Polidori, Gabriele Ragghianti, Susanna Rigacci, Danilo Rossi, Marco Rizzi, Giovanni Sollima. Simone Soldati ha studiato con Francesco Cipriano ed è stato poi a lungo allievo di Andrea Lucchesini. Dal 2014, è direttore artistico dell’Associazione Musicale Lucchese. È docente all’ISSM “Luigi Boccherini” di Lucca.