"Wound" di Rebecca Saunders

La vulnerabilità e la fragilità umana

Il concerto d’apertura al Teatro la Fenice (26 settembre) del 68° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia ha visto protagoniste le compositrici Rebecca Saunders e Unsuk Chin, con due ampi lavori in prima italiana: rispettivamente, Wound e Puzzles and games from Alice in Wonderland, dispiegando l’intera compagine orchestrale del teatro con i suoi centoundici elementi, per l’occasione ampliata dai diciotto formidabili componenti dell’Ensemble Modern, uniti sotto la guida del Maestro Tito Ceccherini e con la presenza della soprano Siobhan Stagg

Wound di Rebecca Saunders, figura di spicco della musica contemporanea europea, è un’opera ispirata dalla vulnerabilità e alla fragilità umana.

L’implicazione della vulnerabilità: la fragilità e l’imperfezione che squisite ci rendono umani. Il silenzio è la tela su cui il peso del suono lascia i suoi segni. Il suono squarcia la superficie del silenzio, oppure lo spella, ingrandisce e cade nell’oltretomba, cercando ciò che sta nel mezzo
Rebecca Saunders

Fisica, quasi materica, paragonata a un tessuto organico che respira e si trasforma, la musica di Rebecca Saunders non dimentica la sua fonte primaria, il corpo.

Superficie, peso e tatto sono parte della realtà della performance musicale: il peso dell’archetto sulla corda; la differenziazione del tocco delle dita sui tasti del piano;  l’espansione dei muscoli tra le scapole che estrae il suono della fisarmonica; l’inspirazione che precede il tono che ascoltiamo. Essere consapevoli della matericità del rumore di uno strumento, o di una voce, ci ricorda la presenza di un corpo fisico fallibile dietro il suono. La presenza fisica del musicista e del suo strumento acustico, del suo suono, sono importanti fonti di ispirazione
Rebecca Saunders

Compositrice britannica, che da anni risiede a Berlino, Rebecca Saunders ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera

Foto: © Wonge Bergmann