"Nabucco" inaugura il Festival dell'Arena 2025 a Verona
Con la regia di Stefano Poda su Rai 3, proposto da Rai Cultura in collaborazione con il MIC
21 Giu 2025 > 21 Giu 2025
Su Rai 3, sabato 21 giugno, Rai Cultura, in collaborazione con il Ministero della Cultura, per celebrare la Festa della Musica, propone Nabucco di Giuseppe Verdi, firmato da Stefano Poda, opera che inaugura il Festival dell’Arena di Verona 2025.
La regia Tv è di Fabrizio Guttuso Alaimo e il Maestro Pinchas Steinberg guida l’Orchestra e il Coro di Fondazione Arena.
A dar voce e corpo a Nabucco il baritono Amartuvshin Enkhbat, interprete verdiano tra i più apprezzati della scena contemporanea. Al suo fianco, Anna Pirozzi, Roberto Tagliavini, Francesco Meli, Vasilisa Berzhanskaya. La serata sarà introdotta da Cristiana Capotondi e Alessandro Preziosi.
Il nuovo Nabucco firmato da Stefano Poda è un viaggio senza tempo dal conflitto alla riconciliazione, dalla superbia alla speranza, tra umanesimo e tecnologia, tra richiami alla pittura barocca e visioni futuristiche. Stefano Poda cura regia, scene, costumi, luci e coreografie in un progetto che è già stato definito “atomico” e che, nella sua ricchezza (oltre tremila costumi e quattrocento artisti in scena) e multimedialità pone anche una grande sfida tecnica alle maestranze areniane e ai numerosi laboratori coinvolti, con inedite soluzioni per costumi ed effetti scenici.
Grandi elementi simbolici e disegni di luci innovativi si combinano sulla scena, al servizio del dramma di Verdi, che racconta un conflitto non solo fra popoli, ma all’interno di ogni individuo, tra superbia, coscienza e speranza. Un’idea di conflitto permanente che viene declinata in ogni momento della messa in scena, attraverso molteplici visioni belliche, da minacciose sciabolate post-moderne fino a un missile atomico.
La regia Tv è di Fabrizio Guttuso Alaimo e il Maestro Pinchas Steinberg guida l’Orchestra e il Coro di Fondazione Arena.
A dar voce e corpo a Nabucco il baritono Amartuvshin Enkhbat, interprete verdiano tra i più apprezzati della scena contemporanea. Al suo fianco, Anna Pirozzi, Roberto Tagliavini, Francesco Meli, Vasilisa Berzhanskaya. La serata sarà introdotta da Cristiana Capotondi e Alessandro Preziosi.
Il nuovo Nabucco firmato da Stefano Poda è un viaggio senza tempo dal conflitto alla riconciliazione, dalla superbia alla speranza, tra umanesimo e tecnologia, tra richiami alla pittura barocca e visioni futuristiche. Stefano Poda cura regia, scene, costumi, luci e coreografie in un progetto che è già stato definito “atomico” e che, nella sua ricchezza (oltre tremila costumi e quattrocento artisti in scena) e multimedialità pone anche una grande sfida tecnica alle maestranze areniane e ai numerosi laboratori coinvolti, con inedite soluzioni per costumi ed effetti scenici.
Grandi elementi simbolici e disegni di luci innovativi si combinano sulla scena, al servizio del dramma di Verdi, che racconta un conflitto non solo fra popoli, ma all’interno di ogni individuo, tra superbia, coscienza e speranza. Un’idea di conflitto permanente che viene declinata in ogni momento della messa in scena, attraverso molteplici visioni belliche, da minacciose sciabolate post-moderne fino a un missile atomico.
A incombere sulla scena una grande clessidra, simbolo di Vanitas, pronta a rompersi e a liberare la vita dallo scorrere del tempo, dalla mortalità. E un’esplosione “atomica” che, a ottant’anni da Hiroshima e Nagasaki, è allo stesso tempo un monito e una riflessione sull’istinto autodistruttivo dell’uomo. Ma che ricorda anche quell’esplosione generativa che diede vita all’Umanità, il Big Bang.Due polarità si attraggono e si respingono durante tutta l’azione scenica fino a un punto di massima repulsione e scissione, per poi arrivare alla sintesi del Finale in cui i due opposti si riconciliano. La metafora è quella dei legami fra le particelle atomiche: dalla loro unione si origina la materia, ma l’Uomo ha scoperto come separarle causando totale distruzione. Il progresso tecnologico rende tutto possibile e Nabucco non esita ad usare la sua superiorità materiale contro gli sconfitti, fino ad arrivare a conseguenze drammatiche: l’insegnamento di questo capolavoro è che la razionalità, per essere ben diretta, non può prescindere dalla spiritualità
Stefano Poda