Cultura Walser, protagonista di un progetto multinazionale

Cultura Walser, protagonista di un progetto multinazionale

Avviato il processo di candidatura per l'inserimento nel Registro UNESCO delle Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Immateriale dell'Umanità

Cultura Walser, protagonista di un progetto multinazionale
Domenica 1 agosto 2021 ha avuto luogo presso il Palazzo d’Adda di Varallo Sesia la conferenza che ha dato formalmente il via al processo di candidatura per l’inserimento della Cultura Walser all’interno del Registro UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) delle Buone Pratiche di Salvaguardia (Register of Best Safeguarding Practices) del Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Questo registro contiene programmi, progetti e attività che meglio riflettono i principi e gli obiettivi della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007, nella quale è prevista una serie di procedure per l’identificazione, la documentazione, la preservazione, la protezione, la promozione e la valorizzazione del bene culturale immateriale, dimostrandone la diversità ed aumentandone la consapevolezza della sua importanza.

Hanno preso parte all’evento Elena Sinibaldi, Focal Point Nazionale Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale Servizio II Ufficio UNESCO Segretariato Generale Ministero della Cultura; Angelo Dago, Consigliere della Regione Piemonte; Eraldo Botta, Presidente della Provincia di Vercelli e Sindaco del Comune di Varallo; Paul Schnidrig, Presidente dell’Associazione Internazionale Walser; Bruno Pelli, Vicepresidente dell’Associazione Internazionale Walser; le autorità locali dei comuni della Valsesia ed i rappresentanti delle Comunità Walser in Valsesia (presenti nei comuni di Alagna, Carcoforo, Rimella e Rima).
Il percorso che ha portato l’avvio del processo per questa importante candidatura è partito proprio dall’Associazione Internazionale Walser ed ha riconosciuto nell’Italia, ed in particolare nella Valsesia, il punto di partenza e di coordinamento di questo progetto, che ha però una portata internazionale in quanto coinvolge altre tre Nazioni custodi di questo patrimonio: Austria, Svizzera e Francia. Questo progetto inedito è stato avviato un anno e mezzo fa con l’obiettivo di salvaguardare e rendere visibile il patrimonio culturale del popolo Walser. Questa eredità non è solo di monumenti e collezioni di oggetti, ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dagli antenati: espressioni orali, linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura, l’universo e l’artigianato tradizionale.

Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere. La sua importanza non risiede nella manifestazione culturale  in sé, bensì nella ricchezza di conoscenze e competenze, del “saper fare”, che vengono trasmesse da una generazione all’altra. Il potenziale transfrontaliero di questo programma deriva proprio da un valore intrinseco del popolo Walser, ovvero lo spirito migrante e di scambio tra le diverse valli alpine, dei Paesi sopra citati, in cui si era insediato.

Da qui nasce l’idea, tra i vari progetti, di ritracciare il vero e proprio itinerario multinazionale, Walserweg, percorso da questo popolo, senza tralasciare alcun luogo o passaggio. Il lavoro per questa candidatura ha permesso alle comunità Walser di leggere e analizzare le proprie peculiarità e unicità, facendo emergere come in realtà siano da parte loro già attive buone pratiche di adattamento e salvaguardia della loro cultura, ben insediata nel tessuto sociale. È stato proprio tutto il lavoro collettivo di questo popolo la chiave che ha permesso di tramandare le tradizioni Walser, che hanno però oggi bisogno di essere conosciute e riconosciute ufficialmente come una ricchezza internazionale. La decisione di cercare di far inserire la Cultura Walser all’interno del Registro UNESCO delle Buone Pratiche di Salvaguardia nasce dalla volontà di non ridurre questo patrimonio a delle coordinate geografiche, ma, proprio nell’era della digitalizzazione, di estendere a più campi possibili e comunicare tramite mezzi innovativi questi preziosi ed unici saperi.
A sostegno di questa scelta, Elena Sinibaldi (Focal Point Nazionale Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale Servizio II Ufficio UNESCO Segretariato Generale Ministero della Cultura) ha sottolineato nel suo intervento come la cultura possa generare impatti sociali ed economici positivi, fino ad arrivare a creare una nuova economia che possa coinvolgere le nuove generazioni che abitano queste valli alpine, dando così vita ad uno sviluppo sostenibile.
La presenza delle autorità locali a questo incontro ha invece evidenziato come sia fondamentale creare una rete di contatti e di sostegno tra le comunità affinché continuino a prendere parte all’attività di protezione e trasmissione della propria cultura rendendola fruibile ai turisti e sostenibile nel tempo. A conclusione della conferenza è emerso come le attività di riscoperta di antichi valori e patrimoni di saperi da parte dell’ONU e dell’UNESCO permettano di dare una risposta ai repentini cambiamenti sociali e climatici che stanno caratterizzando i nostri tempi.

 

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