Lucia Tozzi. L'invenzione di Milano
Culto della comunicazione e politiche urbane
Solo dieci anni fa Milano era vista come una città produttiva, elegante, ma grigia. Poi, con l’Expo2015, ha assunto l’immagine di una metropoli splendente e attrattiva. Il passaggio però non è la conseguenza di una trasformazione oggettiva ma, all’opposto, è la metamorfosi fisica a essere effetto di una campagna di marketing senza precedenti, il cui successo è stato ottenuto spostando le risorse materiali e intellettuali destinate alla produzione di cultura, ricerca, servizi di welfare verso la produzione dell’immagine di una metropoli globale del lusso. L’aspetto più perturbante dell’intero processo è il ruolo giocato dalla finanza, impegnata in una doppia missione: concentrazione della ricchezza attraverso la privatizzazione della città pubblica, dei suoi spazi e delle sue istituzioni sociali e culturali; cattura o neutralizzazione delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle disuguaglianze.
Uno sviluppo urbano discriminatorio, esclusivo, nel senso che espelle abitanti, e un modello di sviluppo che crea strutturalmente ingiustizia sociale e insostenibilità ambientale.
L’effetto straordinario di questa propaganda di “ecologismo di facciata" sull’indottrinamento è stato che si è persa la consapevolezza che continuare a costruire, a consumare suolo in maniera così invasiva e selvaggia è di per sé un’azione che ha un gigantesco impatto ambientale. Questa elementare nozione è stata cancellata dall’idea che se, per esempio, si mettono degli alberi sui balconi o si rispettano i criteri di sostenibilità delle classi energetiche, in qualche modo si sta invece contribuendo a regalare ossigeno, ma non è così e oggi ci ritroviamo nella situazione di doverlo insegnare di nuovo ad una massa di persone che è convinta che la “green architecture” sia una risorsa per l’ambiente.
È importantissimo capire la rilevanza che queste forme di manipolazione della realtà e di trasformazione urbana hanno nella vita quotidiana delle persone, che non sanno più dove abitare e si impoveriscono in maniera esponenziale anche grazie a questa mercificazione delle città.
Lucia Tozzi è una studiosa delle politiche urbane. Ha scritto per “il manifesto”, “La stampa”, “Domus”, “Il Giornale dell'Architettura”, “Napoli Monitor”. Ha pubblicato, tra gli altri, i libri City Killers. Per una critica del turismo (Libria 2020); Dopo il turismo (2020) e Napoli. Contro il panorama (2022), entrambi per nottetempo.