Ebola

Giovanni Maga

Girando tra le bancarelle di un mercato nell'Africa equatoriale, tra le prelibatezze locali si possono acquistare pipistrelli. Macellati al momento, pronti da arrostire. Ma i pipistrelli della foresta sono portatori di molti virus, tra cui Ebola. Ai pipistrelli Ebola non fa nulla, ma quando dal loro sangue o dal guano il virus infetta un mammifero, uomo compreso, le conseguenze sono devastanti.

Esistono diversi ceppi di Ebola, alcuni con un tasso di mortalità superiore al 90%.

Un virus è un "pacchetto" di geni racchiuso in una scatola di proteine. Questa scatoletta nell'ambiente esterno è inerte, ma quando entra in una cellula ne prende il controllo e la fa diventare una fabbrica di nuovi virus. Come conseguenza spesso la cellula muore.
Ebola, inoltre, è in grado di diffondersi a tutti gli organi, scatenando un'infiammazione fortissima. E' questa risposta esagerata del sistema immunitario che provoca i sintomi acuti dell'infezione: febbre altissima, dolori articolari, emorragie interne. Se il paziente supera la fase critica dei primi dieci giorni ha ottime speranze di guarire, ma le conseguenze possono essere pesanti, con danni permanenti all'organismo.
Però con Ebola non ci si infetta facilmente. Non si prende Ebola camminando per strada o andando in metropolitana, come l'influenza. Solo attraverso il contatto con il sangue o altri liquidi corporei di una persona nella fase acuta dell'infezione. Infatti, le vittime sono sempre o famigliari dei malati che li accudiscono in casa o gli operatori sanitari che lavorano nelle precarie condizioni dei paesi africani. 
Ebola dunque è un virus che circola solo nella fascia equatoriale dell'Africa e da lì non si sposterà mai. Il motivo è che un virus, come ogni altro organismo, dipende dall'ecologia dell'ambiente in cui vive.

Il serbatoio naturale di Ebola sono i pipistrelli mangiafrutta delle foreste equatoriali. Niente pipistrelli, niente Ebola.

Questi animali non vivono altrove e quindi l'uomo si può infettare con Ebola solo dove sono presenti. Da quando è stato isolato per la prima volta negli anni '70, ci sono state molte epidemie di Ebola. La maggior parte in remoti villaggi rurali. Ma quando nel 2015 il virus ha raggiunto grossi centri abitati, si è verificata la più grave epidemia di Ebola della storia, con oltre 25.000 casi e 11.000 decessi. La gravità dell'epidemia era dovuta alle precarie condizioni sanitarie dei paesi in cui si è manifestata. Ma anche a tradizioni locali come quelle dei funerali, in cui i morti di Ebola, altamente infettivi, venivano lavati, toccati e baciati da decine di parenti e amici. Con la conseguenza di diffondere il virus.

L'uomo è un ospite occasionale per Ebola.

Sapere da dove viene e come si trasmette ci consente di limitare il rischio di infettarci. Ma una cosa è certa: Ebola non è mai stato un pericolo al di fuori delle poche nazioni africane in cui ha circolato negli ultimi 40 anni e non potrà mai stabilirsi altrove.
Ce ne parla Giovanni Maga, ricercatore dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia.