Nunzia Ciardi

Vicedirettore generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale (ACN)

Nunzia Ciardi, Vicedirettore generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale (ACN), illustra la sua idea riguardo lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
Quello che colpisce oggi è Il linguaggio naturale dell'intelligenza artificiale, quindi la nascita di ChatGPT che ci ha permesso di dialogare in modo semplice e naturale con l'intelligenza artificiale ovviamente ha costituito un passo in avanti enorme e soprattutto ha colpito perché ci ha fatto interrogare su quali potranno essere le potenzialità del futuro su quanto l'intelligenza artificiale potrà o meno sostituire l'uomo.

Io credo fondamentalmente che l'intelligenza artificiale non debba essere competitiva con l'uomo, ma debba essere un aiuto per l'uomo, soprattutto un aiuto nel trarre utilità da quell'enorme mole di dati che quotidianamente noi produciamo e che nessuna mente umana sarebbe in grado di processare con quell'efficienza, mentre l'intelligenza artificiale lo fa e lo fa in un tempo estremamente contenuto, rendendo competitivo, in modo importante, ogni settore lavorativo.

Pensiamo al progresso che può consentire alla medicina o alle aziende di essere competitive sul mercato. Tantissimi paesi, soprattutto quelli più importanti e quelli dotati di maggiore risorse economiche, nonché di dati, non a caso gareggiano e competono per l'intelligenza artificiale. Oggi detenere  quella tecnologia e controllarla, significa assumere una posizione dominante nel contesto geopolitico mondiale.

Ovviamente l'intelligenza artificiale comporta anche molti rischi: ci sono esperimenti che dicono che grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, basati non sulla sequenza di parole ma sulla sequenza di avvenimenti nella vita personale delle persone, si possa stabilire con un'approssimazione molto corretta addirittura la data di morte,  così come le patologie alle quali andranno incontro.

Tutto questo se utilizzato bene attraverso il nostro concetto di etica, può essere utilissimo per migliorare la vita delle persone, se invece utilizzato male, potrebbe essere assolutamente devastante sulla vita e sulla privacy delle persone. Quindi l'uomo deve restare al centro e deve avere l'assoluta governance di questo sistema, sulla correttezza dei dati, su come vengono utilizzati, sulla loro tutela, perché tutto questo comporta delle declinazioni a livello di sicurezza dei nostri dati e dell'utilizzo dei nostri dati molto importanti.
Quindi un tema sul quale l'uomo deve restare centrale e io aggiungo non soltanto il tecnico che deve allestire sistemi, ma deve essere un ecosistema gestito da persone che siano in grado di avere la vita dell'uomo al centro e parlo di filosofi, di sociologici, di umanisti. La cultura umanistica deve essere al centro perché deve saper prevedere un utilizzo etico.