Con il titolo
Ai confini della libertà, si è svolta a Torino la Biennale Democrazia 2023, ottava edizione che è ripartita dal complesso rapporto fra libertà e democrazia, dentro e fuori le frontiere della nostra società. Nel corso dei cinque giorni dedicati all'evento si è cercato di prendere in analisi il concetto di libertà, con lo scopo di coglierne le sfumature, di comprenderne le contraddizioni, di discuterne i limiti e i nuovi possibili progressi. Nello specifico il discorso si è articolato in quattro percorsi tematici.
Liberi tutti! - Le società democratiche sono attraversate da tensioni che riguardano richieste di sempre nuove libertà civili, sociali, politiche ed economiche. La pandemia ha arricchito e confuso il dibattito polarizzandolo tra chi temeva l’avvento della dittatura sanitaria e chi ha visto nelle proteste contro le restrizioni e i vaccini un pericoloso rovesciamento irresponsabile e antisociale delle rivendicazioni di libertà. È stato, allora, necessario tornare a riflettere sui molteplici significati di libertà, sui suoi eventuali limiti, primi fra tutti quelli imposti dalla crisi ambientale e sul suo rapporto con il sapere tecnico scientifico e con la tecnologia; e soprattutto delle relazioni tra libertà e uguaglianza, fin dalla rivoluzione francese, valori gemelli, ma tra loro sempre in tensione.
Conflitti di libertà - Democrazie illiberali, democrature, regimi ibridi, democrazie a bassa intensità; con questi e altri neologismi si è cercato di descrivere le trasformazioni in senso illiberale e nazionalista di quei paesi, dentro e fuori l’Europa in cui vanno erodendosi diritti e garanzie fondamentali che pensavamo acquisite, quali la libertà d’espressione e di stampa, l’autonomia della magistratura, il rispetto delle minoranze. Il confronto con queste realtà ci permetterà di ampliare l’orizzonte della nostra riflessione sulla libertà e la democrazia anche in prospettiva geopolitica, in riferimento all’inasprirsi dei conflitti e al riproporsi del rischio nucleare.
La libertà come format - Pandemia e guerra hanno mostrato lo stato del lento deterioramento del dibattito pubblico del nostro paese ben rappresentato dal ripetersi del format stantio del talkshow spesso ridotto a scontro tra posizioni acritiche e inconciliabili, riducendo la libertà di espressione al principio secondo il quale ogni posizione ha bisogno del proprio contraltare. Sullo sfondo, la centralità del pluralismo informativo per il corretto funzionamento della democrazia, la dialettica fra vecchi e nuovi media, il dibattito sui possibili limiti alla libertà di espressione, il ruolo dell’istruzione e della cultura come precondizione stessa dell’autonomia degli individui, lo spettro della cosiddetta cancel culture e il rapporto fra gli intellettuali e gli esperti.
Immaginare la libertà - La libertà è al cuore del modo moderno di pensare al futuro. Tanto le utopie artistiche, quanto le rivoluzioni politiche sono partite dall’idea di liberare gli esseri umani dalle catene che li costringono; allo stesso modo, il pensiero distopico ha messo in guardia dai rischi del dispotismo, più o meno mite, di tipo politico, tecnologico o economico. Ma come viene rappresentata oggi la libertà da letteratura, arte, musica, cinema e televisione? Quali sono le metafore o i personaggi delle emancipazioni e delle schiavitù? E, infine, tra libertà e servitù, come ci immaginiamo il futuro delle nostre società e delle nuove generazioni?
Presentiamo qui delle brevi interviste ad alcuni degli ospiti che hanno preso parte all'evento e che parlano dei propri interventi effettuati durante le giornate o semplicemente approfondiscono le tematiche trattate durante l'edizione di quest'anno.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti sull'edizione appena svoltasi si può consultare il
sito della Biennale. Rai Cultura e Rai Storia sono media partner dell'evento.