Lo Speciale propone un viaggio alla scoperta delle “Arti” ospitate nel Cimitero Monumentale del Verano di Roma, un museo all’aperto custode dell’identità artistica e culturale italiana.
Sito nel quartiere Tiburtino, con la sua estensione di ottantatré ettari il Cimitero del Verano di Roma, è oggi il secondo camposanto d'Italia.
L’idea di un grande Cimitero Monumentale nasce a seguito dell'editto di Saint Cloud del 1804 emanato da Napoleone, un “Decreto imperiale sulle Sepolture” esteso anche in Italia, all’epoca dominio francese.
La sua collocazione fu individuata nell’area dove in epoca romana sorgevano le catacombe di Santa Ciriaca, un luogo di inumazione millenario che con l’affermazione del culto cristiano accoglieva anche la fondazione della Basilica paleocristiana di “San Lorenzo fuori le mura”, una delle “Sette chiese” di pellegrinaggio medioevale.
Il toponimo Verano rimanda all'antico “Campo dei Verani”, gens senatoria ai tempi della Repubblica Romana.
La sua effettiva edificazione risale agli anni del pontificato di Pio IX, nel 1846, quando il “Campo del Verano” appariva già come un ampio insieme di terreni parzialmente recintati con tombe a pozzo e una cappella lignea. Il pontefice, intenzionato a cambiare il volto di Roma, si adoperò per la sistemazione risolutiva del Cimitero e affidò il progetto al suo architetto romano di fiducia, Virginio Vespignani (1808–1882), braccio esecutivo della campagna di rinnovamento dell’immagine della chiesa avvenuta con importanti restauri di edifici ecclesiastici e monumenti cittadini.
In due filmati, prodotti da Rai Cultura, la storica dell’arte Beatrice De Ruggeri racconta la storia del grande complesso cimiteriale ottocentesco attraverso i maggiori protagonisti dell’arte di questo secolo che, proprio qui, riprodussero in piccolo formato, sia l’urbanistica romana, sia e soprattutto lo stile eclettico di un‘architettura e una scultura che plasmarono il gusto di un’epoca in cui la città di Roma era prossima a diventare la Capitale d’Italia.
Un terzo contributo è dedicato al pittore romano Filippo Severati (1819-1892), che qui realizzò più di duecentocinquanta ritratti commemorativi: detto il “pittore del Verano”, Severati brevettò una tecnica innovativa, un geniale brevetto che consentì la buona conservazione delle immagini esposte alle intemperie fino ad oggi.
Infine un prezioso contributo, gentilmente offerto da AMA Roma, conduce tra i sepolcri, e gli antichi sentieri del Cimitero alla scoperta di un caleidoscopio di memorie, un’esplorazione attraverso suggestive testimonianze artistiche inerenti non solo pittura, scultura e architettura, ma anche poesia, letteratura, musica, danza, teatro e cinema.