Guerre di confine

Una difficile convivenza

Il nostro confine orientale , quello con l’ex Jugoslavia è caratterizzato da vicende tormentate. Attraversando il Friuli-Venezia-Giulia, l'Istria, la Slovenia e il nord della Croazia, in un arco temporale che va dalla fine della Prima guerra mondiale (1918) alla fine della Seconda (1945), ripercorriamo la storia della difficile convivenza tra etnie, popolazioni, lingue e culture diverse, segnata più dalla ricerca della supremazia che della pace. Con la fine della Grande Guerra e la vittoria dell’Italia contro l'Austria-Ungheria tornano alla madrepatria le cosiddette “terre irredente” e sembra completata l'opera di unificazione nazionale.

Nel 1924, col passaggio definitivo di Fiume all'Italia, la questione è ormai superata. Sarà poi il secondo conflitto mondiale a ridefinire la geografia politica

Però Gabriele D'Annunzio e i nazionalisti  parlano di “vittoria mutilata” reclamando anche Fiume, città a maggioranza italiana non prevista dal Patto di Londra, dichiarata “stato libero”. Il fascismo fa proprio lo slogan della “vittoria mutilata” e se ne avvantaggia politicamente. Nel 1924, col passaggio definitivo di Fiume all'Italia, la questione è ormai superata. Sarà poi il secondo conflitto mondiale a ridefinire la geografia politica.