La regina crocerossina

100 anni di Storie

Elena del Montenegro, è la regina d’Italia e l’icona della donna moderna, colei che sa elargire alla società le proprie doti e le proprie virtù.
Eppure nel 1896 il suo matrimonio con l’erede al trono dei Savoia Vittorio Emanuele III, era stato accolto dallo scetticismo e dall’ironia della buona società. 
La penna di Edoardo Scarfoglio lo aveva definito come le nozze con i fichi secchi, ma alla fine della guerra, e in parte anche grazie alla guerra, Elena era diventata la regina di tutti. Amatissima, celebrata da scrittori e poeti, definita la Santa a cui Papa Pio XI avrebbe conferito la rosa d’oro della cristianità.
Con l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio del 1915, Elena non perde un minuto di tempo e grazie ai suoi sforzi il Quirinale e villa Margherita, saranno trasformati in ospedali per la truppa.  La regina allestisce una mensa, una stanza per l’elio  terapia, è instancabile, non si risparmia mai, assiste i feriti e i moribondi anche nel cuore della notte. Quando nell’aprile del 1919, l’ospedale del Quirinale chiuderà i battenti, avrà curato 2748 feriti, tra i quali 1831 grandi invalidi. All’alba del 28 dicembre 1908 una scossa del settimo grado della scala Richter fa tremare la terra tra Messina e Reggio Calabria. Il sisma devasta le due città. È il più grande terremoto della storia italiana, uno dei più devastanti della storia mondiale. I primi a soccorrere le terre colpite sarano i reali. 
 Su un giornale dell’epoca si legge: La regina con abiti dimessi e con le lacrime agli occhi riceve i feriti dalla scaletta di bordo, li ridistribuisce nelle cabine di poppa e di prua a tutti porta il soccorso di una medicina e di una parola.
Ma il 1908 è anche l’anno della fondazione del corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa e la regina Elena tre anni dopo, nel 1911, ne diventa la prima ispettrice. In quegli anni fino al 1915, la Croce Rossa riesce a formare 4000 donne per l’assistenza ai feriti e alla fine del conflitto si conteranno 10.000.