La guerra civile spagnola

La vigilia della Seconda Guerra Mondiale

Luglio 1936, in Spagna scoppia la guerra civile a seguito del colpo di stato guidato dal generale Emilio Mola e altri militari, tra i quali spicca la figura di Francisco Franco, futuro dittatore spagnolo.
Negli anni Venti, Franco era stato promosso, appena 33enne, al grado di generale. Sono gli anni della dittatura di Miguel Primo de Revera, salito al potere nel 1923 a seguito di un altro colpo di stato, tollerato, se non addirittura appoggiato, dal monarca Alfonso XIII.
Dopo dieci anni di dittatura militare, nel 1931 la Spagna volta pagina. A seguito della vittoria del partito repubblicano alle elezioni tenutesi nel mese di aprile, Re Alfonso lascia il paese. 
In Spagna viene proclamata la repubblica. E’ una vittoria breve ed effimera. Poco più di un anno dopo, nelle elezioni del 1933, la destra, appoggiata dalla Chiesa e dall’esercito, torna al potere.
La situazione politica e sociale è molto tesa. Un’ondata di scioperi e disordini sconvolge il paese. Nel 1934, per reprimere i moti insurrezionali dei minatori, interviene la legione straniera comandata proprio dal generale Franco.
1936, si tengono nuove elezioni generali. Vince, seppure di pochi voti, il Fronte Popolare, una coalizione di partiti di sinistra.

Luglio 1936, in Spagna scoppia la guerra civile a seguito del colpo di stato guidato dal generale Emilio Mola e altri militari, tra i quali spicca la figura di Francisco Franco, futuro dittatore spagnolo

Dopo pochi mesi la situazione precipita: il 17 luglio le truppe di stanza in Marocco insorgono e il giorno seguente la rivolta si estende a tutto il paese. È l’inizio della guerra civile. I golpisti pensano di impadronirsi rapidamente del paese. Confidano nel sostegno militare di Italia e Germania, da poco unite nel Patto d’Acciaio siglato nell’ottobre del 1936. L’appoggio Italiano è ingente: Mussolini invia in Spagna quasi 80.000 uomini. Di questi ne moriranno 6.000. Altri 15.000 resteranno feriti.
Tradendo le iniziali aspettative, la guerra si rivela lunga e sanguinosa. Anche perché sul fronte opposto, esuli da tutto il mondo accorrono a difesa della repubblica spagnola. Ci sono anche molti Italiani, fuoriusciti dal paese dopo le leggi fascistissime del 1926. Per gli antifascisti è la prima occasione per combattere a viso aperto contro il regime mussoliniano. Saranno più di 3.000 a partire per la Spagna. E’ Randolfo Pacciardi ad assumere il comando del Battaglione Garibaldi che sarà inserito nelle Brigate Internazionali. Carlo Rosselli, Emilio Lussu, Luigi Longo, Giuseppe Di Vittorio, Palmiro Togliatti, Pietro Nenni e molti altri, partono per combattere a fianco dei repubblicani.
L’URSS si impegna nell’invio di aiuti e consiglieri militari, ma non di truppe combattenti.
La Francia e la Gran Bretagna restano sostanzialmente spettatrici, aumentando così i dubbi di Stalin circa la reale volontà di fermare Mussolini e Hitler, sempre più padroni della scena internazionale.
Dopo tre anni, il 26 marzo 1939, le truppe di Franco entrano a Madrid. Il 1 aprile la guerra viene dichiarata conclusa. Anche in questo caso, la pace è una illusione. Cinque mesi più tardi Hitler invade la Polonia. Inizia la Guerra Mondiale alla quale la Spagna non parteciperà.
Franco rimarrà al potere fino al giorno della sua morte, avvenuta il 20 novembre 1975. Prima di morire indica il principe Juan Carlos, nipote del vecchio re Alfonso XIII, come suo successore nel ruolo di capo di Stato.
Rivediamo qui una puntata del programma Passato e Presente dedicata alla figura del giornalista Indro Montanelli, corrispondente in Spagna durante la guerra civile, per conto del quotidiano Il Messaggero.