Il Complesso di Vicolo Valdina

Montecitorio

Il Complesso nasce in epoca altomedievale nel cuore del Campo Marzio come convento di monache benedettine attorno alla piccola chiesa di San Gregorio Nazianzeno, e nel corso del tempo subisce numerose trasformazioni. Dall’entrata si accede direttamente allo splendido chiostro cinquecentesco, su cui si affaccia la chiesa di San Gregorio Nazianzeno, composta da una sola navata, che conserva al suo interno resti di affreschi del XII e XIII secolo, tra i quali quello dell’abside raffigurante Cristo tra san Gregorio Nazianzeno e un altro santo.

La chiesa, attestata a partire dal IX secolo, costituisce l'elemento più antico del convento ed è stata il fulcro materiale e spirituale intorno al quale si è sviluppato l'intero Complesso.

Il campanile, di età romanica, presenta trifore su quattro livelli. Dopo il 1870 la chiesa fu sconsacrata, e solo dopo l’acquisizione del Complesso da parte della Camera, negli anni settanta del XX secolo, fu riaperta al culto. Di recente sono stati effettuati lavori di restauro che hanno interessato il chiostro, ripristinando, in particolare, attorno alla fontana ottagonale la pavimentazione di laterizi posti a spina di pesce, in sostituzione del manto erboso presente dagli anni '80 del secolo scorso. Dal chiostro si accede all’originaria sala del refettorio conventuale, oggi conosciuta come sala del Cenacolo per il grande affresco, risalente al XVI secolo, che occupa interamente una delle due pareti a volta e che raffigura appunto l’ultima cena. Altri dipinti di epoca settecentesca adornano la volta e il resto della sala, oggi utilizzata per riunioni, mostre ed eventi culturali.
Anche la più piccola sala della Sacrestia viene utilizzata per riunioni ed eventi, e presenta sulla parete di destra frammenti di un affresco trecentesco che rappresenta la crocifissione.