Per ignota destinazione

Il contributo fascista alla shoah

Nel 2000, qualche anno prima della risoluzione delle Nazioni Unite, l’Italia ha istituito il giorno della memoria, fissato il 27 gennaio, data nella quale le truppe sovietiche hanno liberato il campo di sterminio di Auschwitz.

La Rai ha sempre cercato di preservare e conservare la memoria dei sopravvissuti, sin da quando, lentamente e tra molte difficoltà, sono cominciate ad emergere le prime  testimonianze.

Quello che vi presentiamo è un documentario del 1995, “Per ignota destinazione”, che raccoglie il racconto di uomini e donne che sono passati attraverso le restrizioni delle leggi raziali, che negavano agli ebrei l’istruzione, l’affettività, il lavoro, la proprietà, la casa e la cittadinanza, e le stragi compiute nei campi di sterminio.

Un racconto serrato, commovente, durissimo, che mette in evidenza le responsabilità italiane nella shoah. Le persecuzioni fasciste di cittadini italiani ebrei “non fu - come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose. Fu feroce e spietata. E la metà degli ebrei italiani, deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti, senza il diretto intervento o la specifica richiesta da parte dei soldati tedeschi”, e se “il perdono esiste e concerne la singola persona offesa, non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato.
I sopravvissuti ricordano il drammatico ruolo svolto dal campo di concentramento di Fossoli, in provincia di
Modena. Nato come campo di prigionia, nel 1943 viene trasformato in campo di concentramento e transito per gli ebrei italiani, da inviare successivamente in Germania per essere uccisi. Il manifesto di Verona, l’atto fondativo della Repubblica Sociale approvato il 14 novembre 1943, dichiarava al punto 7 che vanno considerati “gli appartenenti alla razza ebraica in generale come stranieri e, durante la guerra, nemici”. Gli ebrei dunque, tutti gli ebrei, sono dei nemici da arrestare e uccidere. Si calcola che siano passati attraverso il campo di Fossoli circa 5000 deportati.
L’altro campo che si trova in Italia è la Risiera di San Sabba a Trieste, direttamente controllato, a partire dal 1943, dalla polizia tedesca. Il campo oltre a essere campo di prigionia e raccolta, è stato anche campo di sterminio.
Le vittime, 5000 persone circa, venivano fucilate, impiccate, uccisi a colpi di mazza o all’interno di rudimentali camere a gas collegate agli scarichi dei camion. Dal 1965 il campo è stato dichiarato monumento nazionale e dal 1975 è museo civico.
Il documentario raccogli tra gli altri le testimonianze di Piero Terracina, Giuliana Tedeschi, Elio Toaff, Mario Luzzatto, Nedo Fiano, e Alessandro Kroo.