La Resistenza e la Costituzione

25 aprile

Il richiamo all'esperienza della Resistenza è stato decisivo negli anni della ricostruzione e della rinascita democratica del Paese. E’ servito innanzi tutto alla nuova classe dirigente per accreditarsi dinanzi ai vincitori e per separare le sorti dell’Italia fascista da quella popolare e democratica.

Ma è servito anche sul piano piscologico, per superare il trauma di vent’anni di dittatura e le terribili distruzioni della II Guerra mondiale. Un superamento che talvolta è sfociato persino nell’illusione di aver svolto un ruolo di comprimari nel conflitto mondiale, quando in realtà ne siamo stati i protagonisti materiali e ideologici.
A sinistra è stato spesso sottolineato il carattere unitario della Resistenza, ma tale unità è stata costruita più contro l’invasore tedesco che contro i fascisti. Negli anni cinquanta, sulla scia della pubblicazione delle Lettere di condannati a morte della Resistenza, si è evidenziato come essa sia stata innanzi tutto una rivolta morale e religiosa contro il totalitarismo e contro un esercito invasore. Dai partigiani, la Resistenza, è stata vissuta come una sorta di “secondo Risorgimento”. 
Negli ultimi anni ha avuto una certa fortuna, l’interpretazione dello scontro tra Resistenza e Repubblica Sociale come una “guerra civile”. Un'interpretazione strumentale volta a rifiutare la Resistenza e opporsi alle celebrazioni del 25 aprile, considerata simbolo di uno scontro fratricida. Di guerra civile si può parlare solo quando due governi che si oppongono, rivendicano entrambi il diritto di rappresentare l’intera nazione, o quanto meno una parte di essa.
La Repubblica Sociale è stato solo un governo fantoccio creato dalle armate tedesche per ragioni di convenienza. Un governo non in grado di sostenersi se privato dell’aiuto straniero. Un governo simile ai tanti governi collaborazionisti, sorti per volontà dell’invasore nell’Europa occupata dai nazisti. E sono gli stessi tedeschi a denunciare, nei loro rapporti, la scarsa collaborazione della popolazione italiana, e la resistenza passiva nei loro confronti. Il fatto che alcuni italiani abbiamo combattuti al fianco dei tedeschi, non indica di per sé l’esistenza di una guerra civile. La buona fede dei combattenti di Salò, non può certo legittimare politicamente e moralmente, chi ha scelto di combattere dalla parte del totalitarismo, della violenza, del razzismo e dello sterminio.
A partire già dall’immediato dopoguerra, si è parlato di Resistenza tradita, poiché essa non sarebbe arrivata alle sue logiche conclusioni, avendo bloccato sul nascere quell’impulso rivoluzionario e popolare, che ne sarebbe stata la sua più autentica raffigurazione e il suo frutto più significativo. Una impostazione riconducibile soprattutto all’area del Partito d’Azione, che ha rimproverato ai comunisti il compromesso con i democratici cristiani, finalizzato alla scrittura della Costituzione. A giudizio di Piero Calamandrei infatti, la Costituzione è una “rivoluzione promessa” in cambio di una “rivoluzione mancata”. Sulla stessa linea critica gli esponenti liberali. Per Gaetano Salvemini la Costituzione è un “pateracchio” e per Benedetto Croce, la costituzione evidenzia una mancanza di coerenza e armonia, ed è un esempio di compromesso nel senso deteriore del termine, “un reciproco concedere e ottenere”.
In realtà la Costituzione non è un mero compromesso al ribasso, ma rappresenta al contrario il punto più alto di sintesi delle molteplici spinte e delle diverse impostazioni che animano la Resistenza.  Un punto di incontro che partiti e forze politiche provenienti da ispirazioni e percorsi diversi - in alcuni casi persino antitetici - seppero costruire, grazie al terreno comune dell’antifascismo.  Per questo la Costituzione nasce dall’antifascismo e per questo il 25 aprile è un tassello fondamentale della nostra identità nazionale, ed è la festa di tutti coloro che si riconoscono sul terreno comune della libertà e della democrazia, che la nostra Costituzione ha tracciato.

Riproponiamo qui una puntata speciale del programma Passato e Presente, dedicato alle forme della Resistenza.