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Dodici anni a colpi di lanci spaziali

Per quasi vent’anni le imprese spaziali russe e americane a cui il mondo assiste rappresentano un nuovo ambito della Guerra fredda. Una gara tecnologica, che nasconde obiettivi di supremazia molto più ampi del desiderio di scoprire ed esplorare lo spazio. Il confronto tra le due superpotenze comincia concretamente il 4 ottobre 1957 quando i russi lanciano il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, che rimarrà in orbita per 20 giorni. Circa un mese dopo sempre dall’Unione Sovietica viene lanciato lo Sputnik 2, che stavolta a bordo ospita il primo essere vivente ad andare nello spazio, la cagnolina Laika. Nonostante le simulazioni e la rigida preparazione a cui viene sottoposta, Laika muore per il surriscaldamento. Nel 1960 l’esperimento si ripete con successo, con i cani Belka e Strelka. Nel frattempo negli Stati Uniti aumenta la frenesia per cercare di stare al passo. Dopo il fallimentare lancio del satellite Vanguard 6 del dicembre 1957 agli inizi del 1958 riescono a mandare in orbita stavolta con successo un razzo. Il massimo sforzo americano si traduce a luglio del 1958 con la creazione dell’agenzia spaziale, la Nasa, diretta dal tedesco Wernher Von Braun. 

Una gara tecnologica, che nasconde obiettivi di supremazia molto più ampi del desiderio di scoprire ed esplorare lo spazio


Il successivo colpo lo mettono a segno però i russi, che il 12 aprile 1961 riescono a inviare il primo uomo nello spazio: Yuri Gagarin, con la navetta Vostok 1. Gli avversari non rimangono a guardare: il 5 maggio dello stesso anno, Alan Shepard è il primo americano ad effettuare un volo suborbitale, mentre il primo a raggiungere l’orbita sarà John Glenn il 20 febbraio 1962. Siamo nell’era Kennedy, il presidente del cambiamento decide di inaugurare il progetto Apollo, per portare l’uomo sulla luna in massimo dieci anni. I sovietici rispondono con l’analogo progetto Soyuz. Riescono inoltre a mandare in orbita la prima donna cosmonauta, Valentina Tereskova. Si susseguono da entrambi le parti anni di studi, esperimenti, caratterizzati anche da drammatici insuccessi, come l’esplosione il 27 gennaio 1967 dell’Apollo 1 o la morte sempre nel 1967 di Vladimir Komarov, grande amico di Gagarin, che pur conoscendo la pericolosità della missione, decide di partire lui preservando il compagno e precipita con la capsula schiantandosi sul terreno a 140 km orari. Nonostante tutto il 1968 segna l’avvio per entrambe le due superpotenze delle missioni che porteranno per la prima volta uomini ed animali nell’orbita lunare e che preparano il terreno alla grande impresa americana del luglio 1969.