L'Amleto di Binasco

Il battesimo della compagnia Lemon Ensemble

Valerio Binasco dirige per la prima volta l’iconica tragedia shakespeariana e con spirito romantico si cala nel groviglio di tormenti e sentimenti del Principe di Danimarca. Una nuova produzione dello Stabile di Torino con la quale il direttore artistico tiene a battesimo la compagnia di attori Lemon Ensemble.

«Sto per parlare di Amleto come se fosse un’opera romantica, e me ne pentirò di sicuro perché so che non è per niente così», scrive Valerio Binasco nelle sue note di regia, anticipando i contenuti di una personalissima, sincera, empatica lettura della tragedia shakespeariana, che dirige per la prima volta. «Una trappola – dice – per catturare l’anima».

Dopo il successo di Don Giovanni, il nuovo direttore artistico del Teatro Stabile (cinque premi Ubu, tra cui quello del ’99 proprio per l’interpretazione del Principe di Danimarca con Carlo Cecchi) firma la regia di questa nuova produzione di Amleto con la quale tiene a battesimo una compagnia stabile di interpreti: la Lemon Ensemble.

Nel suo percorso di regista che ha alternato titoli contemporanei e grandi classici, fa dunque irruzione Amleto, con le sue tormentose domande, i suoi demoni, la sua feroce malinconia.

«Una tragedia che sembra ci sia stata donata apposta per risvegliare qualcosa di sopito a morte dentro di noi»
Valerio Bimasco.
 


Un opera che fa della tempesta nel cuore del giovane Principe una tragedia universale e privata, attraverso la quale dar voce al proprio, personale groviglio di sentimenti e paure: «Non so trovar di meglio che tentare, ancora una volta, di andare a prendere uno per uno tutti quei sentimenti (fantasmi?) che ci fanno la voce grossa dentro e ci costringono ogni giorno, e per più d’una volta al giorno, a recitare un “essere o non essere” che non arriva mai da nessuna parte». Come quello, iconico, di Amleto, terribile sequenza di punti interrogativi, ritorti e arcigni, più spaventosi di qualsiasi diavolo.